Perché scegliere un ufficio condiviso?
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Il fenomeno degli uffici condivisi si sta velocemente diffondendo anche in Italia, dove negli ultimi anni si sono moltiplicati gli spazi dedicati al coworking.
Gli uffici condivisi conquistano l’Italia
Il primo coworking italiano è stato aperto a Milano ormai più di dieci anni fa, ma la filosofia degli spazi di lavoro condivisi si è diffusa nel nostro paese solo in tempi recenti e a oggi sono oltre 600 le realtà coworking che costellano il territorio nazionale. I dati di un’indagine di Forum PA sulle smart city italiane mostrano infatti che all’inizio del 2019 gli spazi di coworking italiani hanno raggiunto le 660 unità, pari a un coworking per ogni 90.000 abitanti circa.
Il 60% dei coworking italiani si trova nel nord Italia, con un 25% attivo nella sola Lombardia (Milano è la città con più uffici condivisi) e il restante 35% concentrato attorno ai poli del Veneto e dell’Emilia Romagna. Nel centro Italia il maggior numero di spazi si trova nella zona della capitale, Roma è infatti la seconda città italiana per numero di coworking, con oltre 50 spazi attivi. E a dispetto di una crescita inizialmente lenta, adesso anche il Sud e le Isole stanno sperimentando un vero e proprio boom di attività legate al coworking.
Un unico prezzo
Una delle ragioni che spinge a scegliere lo spazio di lavoro condiviso è la praticità di non doversi occupare di tutti gli aspetti gestionali di un ufficio: dalle bollette, alle pulizie, dalle apparecchiature come fax e stampanti, ai sistemi di sicurezza. Da questo punto di vista il coworking rappresenta una soluzione ideale, perché elimina la necessità di trovare locali adatti, acquistare e mantenere attrezzature e dotazioni, allacciare contratti per le utenze, e permette invece di prenotare semplicemente la propria postazione e mettersi al lavoro.
Condividere le spese di mantenimento dell’ufficio con altri professionisti consente di usufruire di tutti i vantaggi di un ambiente d’ufficio moderno a una frazione del costo ed è quindi ideale anche per quanti si spostano regolarmente di città in città. Soprattutto per chi sottoscrive piani flessibili, il coworking rappresenta così un’alternativa molto più conveniente rispetto a un ufficio tradizionale e garantisce una maggiore flessibilità: si può scegliere di affittare una scrivania per la giornata, una postazione fissa, un ufficio arredato o un’intera sala riunioni, a seconda delle necessità del momento.
Le opportunità di networking
Nonostante i vantaggi economici, la motivazione principale che spinge a scegliere di lavorare in uno spazio condiviso è la componente sociale dell’esperienza coworking. Un ufficio condiviso dà infatti la possibilità di condividere più di una scrivania, ma anche conoscenze, esperienze, contatti e opportunità. Con la diffusione del lavoro smart e la graduale scomparsa degli uffici tradizionali il rischio è che venga a mancare la dimensione sociale garantita dall’ambiente dell’ufficio, uno spazio in cui confrontarsi con gli altri sul piano professionale e personale. Gli uffici condivisi mirano proprio a preservare la componente sociale degli uffici tradizionali, con locali comuni quali cucine, aree snack e lounge per incoraggiare le interazioni sociali, ma contemporaneamente puntano anche a rendere possibile un maggior livello di indipendenza, grazie a orari flessibili e postazioni private.
Più produttivi negli spazi condivisi
Da un sondaggio realizzato da Officevibe è emerso che la condivisione degli spazi di lavoro è in grado anche di aumentare la produttività: il 64% dei coworker riesce a portare a termine più incarichi rispetto a chi lavora da casa o in un ufficio tradizionale e il 68% dichiara di essere maggiormente in grado di concentrarsi se lavora in un ufficio condiviso. Questione di quantità, ma anche di qualità: secondo i risultati di un’indagine di Deskmag sul coworking, anche gli standard di lavoro si innalzano in un ufficio condiviso, in larga parte per via dell’influenza esercitata dal confronto con altri professionisti dello stesso settore. Così per i coworker la produttività sale del 23% rispetto a chi lavora in ufficio e i guadagni aumentano fino al 32% in più dei colleghi che lavorano da casa.
Un migliore equilibrio
La flessibilità nella scelta degli orari, degli spazi e degli incarichi rischia di rendere progressivamente meno definiti i confini fra lavoro e vita privata e questo vale soprattutto per freelance e liberi professionisti, che sono esposti al rischio di burnout più di ogni altra categoria. Chi lavora da solo è infatti privo del punto di riferimento dato da un orario condiviso e dalla presenza di colleghi, e perciò può trovare più difficile accorgersi quando il lavoro sta prendendo il sopravvento sulla vita personale. Rispetto al lavoro da casa, la separazione degli spazi garantita dal coworking aiuta a delimitare il tempo dedicato al lavoro da quello dedicato allo svago e al riposo. Frequentare occasionalmente un coworking anche quando si lavora regolarmente da casa diventa così una valida strategia per prevenire e combattere l’isolamento da telelavoro che colpisce chi lavora esclusivamente entro le quattro mura domestiche.