Internet e cambiamento climatico

Internet e cambiamento climatico

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Il cambiamento climatico e l’impatto che le attività umane hanno sull’ambiente sono temi molto discussi al giorno d’oggi, così come le strategie e le soluzioni per arginare il fenomeno.

Il dibattito pubblico sulla questione ci sta facendo gradualmente prendere coscienza della necessità di cambiare il nostro stile di vita per non compromettere il futuro del pianeta. È evidente infatti che l’approccio moderno al consumo e il modo in cui ci rapportiamo ad esso al giorno d’oggi “ha un effetto negativo sul clima e comporta uno sfruttamento eccessivo delle risorse ambientali“. Quando parliamo di ‘consumo’ ci riferiamo a un insieme di diversi fenomeni: ad esempio, il consumo di beni e di alimenti, ma anche il consumo energetico.

Oggi ci occupiamo in particolare di Internet e delle nuove tecnologie e dell’impatto ambientale delle nostre scelte e abitudini digitali. Eh si! La quantità di dati che trasferiamo in rete, le risorse virtuali che utilizziamo e il numero di ore che trascorriamo su Internet ogni giorno hanno un impatto sull’impronta ecologica che lasciamo, con conseguenze per tutto il pianeta.

La sostenibilità della Rete

Prima di poter parlare dell’impatto di Internet sul surriscaldamento globale dobbiamo definire alcuni concetti chiave.

Impronta ecologica digitale

È importante rendersi conto che le azioni che ciascuno di noi compie durante la giornata contribuiscono a generare gas serra, che sono a loro volta responsabili (insieme ad altri fattori) dell’innalzamento globale delle temperature. Fra le attività che aumentano il tasso di emissioni globali ce ne sono tuttavia alcune che, a prima vista, non sembrano avere alcun impatto ambientale.

Le ore che passiamo collegati a Internet ogni giorno, ad esempio, contribuiscono significativamente alla produzione di gas serra che poi finiscono nell’atmosfera. Tuttavia, poiché Internet è un’entità di fatto immateriale è facile pensare che non abbia alcun effetto tangibile sull’ambiente, quasi come se fosse una tecnologia del tutto green a emissioni zero. In realtà, per capire che le cose non stanno davvero così basta considerare come tanto la Rete che il salvataggio di dati in cloud sia possibile solo grazie a numerosi data-center, dove vengono ospitati centinaia di server alimentati da enormi quantità di energia elettrica.

Uno studio pubblicato su Resources, Conservation & Recycling e condotto da un team di scienziati del MIT, della Purdue University e di Yale, ha quantificato l’impatto ecologico di ciascun gigabyte di dati accessibile tramite Internet. Gli autori hanno analizzato l’impronta ambientale delle infrastrutture legate al mantenimento della Rete in termini di consumo di acqua e di sfruttamento del territorio, nonché in termini di emissioni di gas serra. Al livello globale, l’uso di Internet ha un tasso di emissioni compreso fra 28 e 63 grammi di anidride carbonica per gigabyte (GB). Per quanto riguarda l’impatto sul consumo di acqua e sull’occupazione di terreno si parla di stime comprese fra 0,1 e 35 L/GB per il comparto idrico e fra lo 0,7 e i 20 cm²/GB per quello territoriale.

Lo studio ha anche evidenziato quali siano le attività digitali collegate al più alto tasso di emissioni: lo streaming video e le videoconferenze sono al primo posto per impatto ambientale. Le emissioni in questo caso sono dovute al consumo di energia dei data-center in cui i dati vengono trasferiti o salvati.

Quindi come fare per ridurre la propria impronta ecologica digitale mentre si lavora o durante il tempo libero?

  1. Spegni la webcam durante le riunioni online. Per ridurre l’impatto dei meeting in remoto sull’ambiente, possiamo tenere spenta la videocamera. Sembra infatti che tenere spenta la webcam durante le riunioni online sia in grado di ridurre del 96% le emissioni.
  2. Evita l’alta definizione dei contenuti in streaming. Quando si tratta di intrattenimento digitale domestico, come quello proposto da piattaforme come Netflix, Disney Plus o Prime Video è possibile selezionare la riproduzione dei contenuti in qualità standard, che riduce l’impatto ambientale dell’86% rispetto allo streaming in alta definizione.
  3. Limita l’invio di email non necessarie. Ogni email produce tra gli 0,3 e i 50 grammi di CO² (nel caso di un allegato). L’invio di 8 email genera la stessa quantità di emissioni di anidride carbonica di un chilometro percorso in macchina. Per questo motivo dovremmo limitare l’invio di messaggi di posta non necessari, se vogliamo limitare la nostra impronta ecologica quando siamo al lavoro.