Scegli il lavoro in remoto al 100%

Scegli il lavoro in remoto al 100%

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Il telelavoro ha avuto un enorme successo negli ultimi anni. E se passassimo allo step successivo, adottando una modalità lavorativa al 100% mobile? Il telelavoro non fa che diventare più diffuso ed è ormai destinato a rimanere un’importante realtà lavorativa. Infatti, un numero crescente di aziende sta investendo per rendere il telelavoro più accessibile. Anche i governi stanno introducendo nuove normative, progettate per semplificare il telelavoro. Questo significa che presto anche i lavoratori dipendenti potrebbero lavorare al 100% in mobilità. 

Un sondaggio condotto da PMI.it mostra che il 96% dei lavoratori italiani desidera continuare a lavorare in modalità flessibile. Il 76,8% dichiara infatti di voler lavorare lontano dall’ufficio almeno per una parte della settimana. 

Per i lavoratori autonomi che già svolgono la loro attività da remoto, il lavoro in mobilità è già una realtà quotidiana. In entrambi i casi, ecco qualche consiglio utile per i lavoratori nomadi.  

Lavorare in un coworking  

Il lavoro in remoto comporta spesso un grande svantaggio: la mancanza di contatto umano. Per questo motivo, essere un lavoratore nomade può creare a volte un forte senso di isolamento. Anche per coloro che hanno una natura più introversa, lavorare in uno spazio comune può essere una soluzione vantaggiosa. Per esempio, i coworking dispongono generalmente di connessioni a Internet più rapide e offrono spazi di lavoro meglio equipaggiati, con attrezzature condivise con gli altri lavoratori. 

Lindsay Maisel è una designer freelancer americana che lavora tra Francia, Costa Rica e Thailandia. Anche se è ormai abituata al lavoro in remoto, Lindsay apprezza molto gli spazi di coworking: «Il fatto di poter lavorare senza neppure alzarsi dal letto non significa che si debba necessariamente lavorare da sotto le coperte. Anche eliminando il pendolarismo, è necessario un cambiamento di scenario mentale (e fisico) per mettersi al lavoro». 

Prendendo esempio da Lindsay, investiamo una parte del budget mensile nell’affitto di una postazione in uno spazio di coworking. Prima di sottoscrivere un contratto, valutiamo le opzioni a nostra disposizione e scegliamo lo spazio più adatto alle nostre esigenze. 

Fissare dei limiti con i contatti professionali 

Stabilire dei limiti è essenziale per assicurarsi che il lavoro non si impadronisca anche del tempo dedicato alla vita privata. In particolare, è fondamentale accordarsi con clienti, colleghi, manager, ecc. Si tratta principalmente di chiarire le reciproche aspettative, in modo da potersi coordinare nel miglior modo possibile.  

In genere, il problema si fa più spinoso quando si collabora con persone che operano in diverse parti del mondo. Che fare quando ci viene chiesto di partecipare a una riunione programmata, nel nostro fuso orario, per le 3 del mattino? 

Assicuriamoci perciò di informare i nostri contatti professionali circa gli orari in cui siamo disponibili per chiamate o meeting. Al di fuori di questi orari, possiamo attivare il servizio di segretariato a distanza di Segretaria24, che si incaricherà di ricevere le chiamate al posto nostro. In questo modo saremo in grado di garantire sempre la massima reperibilità ai nostri contatti di lavoro. 

Questo passaggio è essenziale per il nostro equilibrio psico-fisico, perché ci permette di disconnetterci totalmente dal lavoro al di fuori degli orari d’ufficio. Uno degli aspetti più insidiosi del lavoro in remoto è che rende molto difficile capire quando è arrivato il momento di smettere e dedicarsi al riposo. Il rischio di burnout in questi casi è sempre dietro l’angolo. 

Diventa un lavoratore nomade 

Se il semplice telelavoro non è abbastanza, perché non provare la sua versione più estrema, cioè il lavoro nomade? Si tratta non solo di lavorare a distanza, ma di viaggiare mentre si lavora. E se si decide di conciliare il lavoro con le vacanze? Allora si parla più propriamente di «working holiday». 

Per chi se la sente di adottare questa modalità lavorativa, il nostro unico consiglio è quello di non spostarsi troppo spesso da un paese all’altro. In altre parole, assicuriamoci di passare almeno qualche mese in ciascuno dei luoghi che desideriamo visitare. Il motivo principale è che questo approccio permette di fornire un minimo di stabilità alla nostra routine, dandoci anche il tempo di scoprire meglio ciascun luogo, oltre la semplice prospettiva turistica. Naturalmente questo rende anche più facile trovare una sistemazione adatta al lavoro durante il nostro soggiorno. 

«È fantastico poter viaggiare continuando a svolgere il mio lavoro. Ma è importante avere un posto in cui sentirsi a casa almeno un po’, prima di ripartire». Questo è il consiglio di Ashleigh Ramshaw, personal coach specializzata in business mindset. Personalmente, Ashleigh sceglie di cambiare il proprio luogo di lavoro ogni sei mesi.  

Costruire solide routine mentali e fisiche 

Lavorare da remoto, magari mentre si viaggia e si scoprono luoghi sempre nuovi, può suscitare un forte entusiasmo iniziale. Ma il rischio è quello di perdere tutte le nostre routine quotidiane, un cambiamento che può rivelarsi molto difficile tanto per il corpo che per la mente. 

Quando si gestisce un’attività o si rende conto direttamente al proprio capo senza altri punti di riferimento, a volte si può avere la sensazione che ci manchi qualcosa. A mancarci, in questi casi, è la presenza di una struttura che ci aiuti incanalare le energie e gestire i pensieri. Questo fenomeno è ancora più marcato quando si lavora in totale mobilità, perché viene a mancare anche il senso di rassicurazione dell’avere una casa vera e propria. 

Per ovviare a questo problema, la soluzione migliore è quella di adottare delle routine quotidiane, sia fisiche che mentali. Le opzioni non mancano: una night-routine da seguire prima di dormire, un allenamento mattutino o una passeggiata nel parco all’ora di pranzo. L’importante è scoprire cosa ci fa star bene e ci aiuta a ricaricare le batterie!