Upskilling, aggiornare le competenze in un mondo che cambia
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Il rapido susseguirsi delle innovazioni tecnologiche e produttive sta cambiando radicalmente il mercato lavorativo, rendendo indispensabile un aggiornamento continuo delle competenze.
Nuove necessità per nuovi bisogni
Da qui al 2020 le competenze richieste per svolgere la maggior parte dei lavori saranno radicalmente diverse da quelle odierne. A dirlo è il rapporto Future of Jobs redatto dal World Economic Forum, secondo cui meno della metà delle skill oggi indispensabili saranno altrettanto rilevanti da qui a tre anni. A causa della velocità con cui si avvicendano sempre nuovi strumenti tecnologici e processi organizzativi, le competenze professionali si fanno sempre più velocemente obsolete ed è diventato ormai indispensabile continuare ad aggiornare il proprio bagaglio di conoscenze durante tutta la vita lavorativa.
La necessità di acquisire nuove skill o di aggiornare quelle che già si possiedono è poi particolarmente importante nell’ottica del pronosticato invecchiamento della popolazione lavorativa. Secondo il rapporto Global Trends 2019 di Mercer, il 75% della popolazione mondiale ha in programma di lavorare oltre i 65 anni d’età: perché sia possibile, tuttavia, sarà necessaria una riqualificazione professionale su larga scala che sia in grado di colmare il divario fra le competenze richieste oggi e quelle che diventeranno necessarie in futuro.
Una cultura della formazione continua
L’importanza di fornire strumenti per la formazione che consentano alla popolazione di lavoratori di adattare le proprie capacità alle richieste di un mercato del lavoro in continua evoluzione è stata evidenziata anche dal più recente rapporto OCSE sull’Italia. Nel rapporto si raccomanda al nostro paese di sostenere e incoraggiare quanto più possibile la formazione e l’aggiornamento professionali per rilanciare l’economia nazionale. In Italia, infatti, più di un terzo delle imprese con almeno un dipendente dichiara di avere al suo interno una o più figure che necessitano urgentemente di «specifiche attività di aggiornamento» e si calcola che l’emergenza aggiornamento professionale interessi oltre il 76% delle imprese italiane con meno di 250 dipendenti. Anche i liberi professionisti sono chiamati a espandere il proprio bagaglio di competenze, soprattutto se appartengono a quelle categorie che più di altre sono state investite dalla trasformazione digitale, come medici, avvocati e consulenti fiscali. Non si tratta soltanto di acquisire quelle digital skills che diventeranno presto cruciali per potersi interfacciare con la tecnologia, ma anche e sopratutto di migliorare le capacità di problem-solving, ampliare le conoscenze professionali e sviluppare le importantissime soft skills. Secondo le previsioni di Mercer l’upskilling, ovvero l’aggiornamento e l’ampliamento delle competenze professionali, sarà il fenomeno più rilevante del prossimo decennio per quanto riguarda l’occupazione e il mondo del lavoro. Ma a differenza del reskilling, che presuppone un percorso di formazione per una posizione professionale diversa da quella che si occupa (magari per la minaccia dell’automazione o per la difficoltà di trovare impiego), l’upskilling riguarda l’aggiornamento della competenze all’interno del proprio ambito professionale e ne segue perciò attentamente le evoluzioni e le trasformazioni.
Upskilling fai-da-te
Anche se gli sforzi delle aziende e gli strumenti formativi promossi dal governo stentano a tenere il passo con le necessità del mercato del lavoro, coltivare una cultura personale focalizzata alla formazione continua può renderci maggiormente capaci di adattarci ai cambiamenti futuri. Oltre alle competenze strettamente professionali, ci sono infatti numerose capacità che possiamo acquisire o migliorare da autodidatti grazie a corsi gratuiti e applicazioni didattiche: dalla gestione efficace dello stress, alla pianificazione autonoma del lavoro, passando per le soft skills necessarie a gestire con successo i rapporti con colleghi, clienti e collaboratori. Per chi preferisce un percorso di apprendimento strutturato e desidera espandere, o semplicemente approfondire, le proprie conoscenze in uno specifico settore, i corsi offerti dalle piattaforme di e-learning sono sicuramente la scelta più indicata. Grazie ai MOOC (o Massive Online Open Courses) è infatti possibile ottenere accesso immediato senza vincoli di spazio o di tempo a corsi sulle più svariate discipline, dall’amministrazione aziendale alla gestione delle banche dati. Un approccio più flessibile e maggiori possibilità di personalizzazione sono invece offerti dalle applicazioni dedicate all’apprendimento delle lingue, come Duolingo e Babbel. La conoscenza dell’inglese è ormai diventata un requisito indispensabile nel mondo del lavoro e applicazioni come queste, basate sullo Spaced Repetition System, possono aiutarci ad acquisire più facilmente nuove competenze linguistiche.
La formazione tuttavia non si ferma all’acquisizione di nuove skill ma comprende anche l’esposizione a idee, teorie e informazioni in grado di arricchire le nostre prospettive lavorative e personali. Le ormai famosissime TED Talks e le più recenti Google Talks propongono vere e proprie lectures pensate per offrire nuovi spunti e diffondere i risultati di recenti ricerche: lo strumento perfetto per allargare i nostri orizzonti e stimolare la curiosità intellettuale.