Elogio del tempo sprecato: perché l‘ozio fa bene

Elogio del tempo sprecato: perché l‘ozio fa bene

  • Gestione dell'ufficio

Chi insegue la produttività a tutti i costi, rischia di sottovalutare l’importanza del riposo e dei momenti di inattività.

Il falso mito degli sprechi di tempo

In un recente articolo apparso su Forbes Peter Stewart, psicologo e business coach, ha sottolineato come l’ossessione moderna a massimizzare la produttività stia incoraggiando una mentalità che vede negli sprechi di tempo il peggiore dei mali possibili. Concepire il dedicarsi ad attività poco o per nulla produttive come un vizio di cui liberarsi può però portare più svantaggi che benefici.

In primo luogo perché non tiene conto dei limiti del cervello umano, che è incapace di lavorare a piena efficienza per le otto ore che costituiscono la tipica giornata in ufficio. Al contrario, la maggior parte delle persone è davvero capace di concentrarsi solo per un massimo di 3-4 ore al giorno. Superato questo limite, la performance va peggiorando con il passare del tempo, a meno di non concedersi una pausa.

Inoltre, gli ‘sprechi di tempo’ stimolano la mente. Come testimonia l’approccio del 20% project, la creatività e l’innovazione aumentano quando le persone si sentono libere di ‘perdere tempo’ giocando con idee e progetti personali. Secondo Stewart, perciò, non dovremmo demonizzare il tempo sprecato, ma prendere coscienza della sua importanza in quanto meccanismo principale di recupero delle energie mentali.

L’impatto psicologico del tempo sprecato

Il desiderio di eliminare il più possibile gli sprechi di tempo ha anche ripercussioni sul piano psicologico. Anzitutto perché genera in molti di noi un insidioso senso di colpa collegato ai momenti di riposo. Ad esempio, quando non riusciamo a goderci una serie TV o una lenta passeggiata dopo il lavoro perché pensiamo che potremmo star investendo ‘meglio’ il nostro tempo. Così facendo infatti rischiamo di cadere vittime dell’oziofobia, una condizione psicologica in cui è impossibile rilassarsi perché i momenti di svago si trasformano in una fonte di ansia.

Paradossalmente, uno degli effetti più spesso osservati di quello che chiamiamo ozio è proprio una marcata diminuzione dello stress e dell’ansia. Questo perché ritagliarsi piccoli spazi di inattività ci permette di staccare la mente dai problemi e dalle situazioni che generano stress, dando al nostro cervello la possibilità di recuperare le energie. E una volta ricaricate le batterie, diventa più semplice gestire le piccole difficoltà quotidiane.

Il valore del riposo

Nel suo libro REST: Why You Get More Done When You Work Less, Alex Soojung-Kim Pang spiega quanto è importante bilanciare il lavoro con momenti dedicati all’ozio e allo svago. Più di un esperimento ha infatti dimostrato come un maggior numero di ore lavorate non corrisponda a un aumento della produttività, ma come sia piuttosto vero il contrario. Per illustrare quanto debole sia il legame fra tempo passato a lavorare e produttività, Pang usa alcuni esempi illustri. Pare infatti che sia Charles Darwin che Dickens, ma anche Thomas Mann e G. H. Hardy, fossero soliti lavorare per sole quattro ore al giorno. Il resto del tempo era dedicato alla lettura, alle passeggiate e al sonno.

Dovremmo quindi seguire l’esempio di Dickens e Darwin? Secondo Pang non c’è alcun dubbio. Anzi, aggiunge che “quando ci prendiamo il tempo di riposare, non stiamo pagando una tassa sulla produttività. Stiamo investendo in creatività”. In altre parole, usare davvero bene il tempo significa investirlo di tanto in tanto nel riposo e nell’ozio programmato.

Perdere tempo per ritrovarlo

Ma cosa significa, nella pratica, investire nel tempo improduttivo? E soprattutto come farlo senza cadere preda della pigrizia o dell’apatia? Secondo Srini Pillay, neuropsichiatra e autore de “Il potere del cazzeggio: perché la distrazione ci rende più intelligenti”, per evitare di sprofondare nella pigrizia è fondamentale che i periodi di distrazione siano programmati in anticipo e limitati nel tempo.

Per sfruttare al massimo il potere dell’ozio poi, Srini Pillay suggerisce alcuni esempi di ‘inattività creativa’:

  • dormire: pisolini, power nap e sonnelini pomeridiani sono tutti ottimi modi per investire il tempo libero e recuperare energie mentali e fisiche
  • parlare con se stessi: il dialogo interiore è uno dei più efficaci strumenti per gestire lo stress ed entrare in contatto con le proprie emozioni
  • muoversi: una passeggiata all’aria aperta, senza seguire un percorso fisso, aiuta a rilassare il corpo e a stimolare la mente
  • scatenare la fantasia: prendersi regolarmente del tempo per dar sfogo all’immaginazione, magari immergendosi in sogni ad occhi aperti, aumenta il benessere e la soddisfazione personale.