Telefono, internet e social: come la pandemia ha cambiato le nostre abitudini
- Tecnologia e Produttività
Il periodo di lockdown, con il massiccio passaggio al lavoro in remoto, l’adozione della didattica a distanza e le restrizioni imposte dalle necessità di distanziamento sociale ha creato le condizioni ideali per un nuovo boom digitale, che ha investito anche l’Italia.
Una rivoluzione digitale
Per anni l’Italia è stata relegata agli ultimi posti della classifica europea in materia di digitalizzazione: secondo i dati della Commissione Europea fino al 2019 solo sette italiani su dieci potevano essere considerati utenti abituali della rete. Ma le cose sono cambiate improvvisamente, con l’arrivo della pandemia e la necessità di rimanere isolati per limitare i contagi: l’accesso a internet è passato dall’essere visto come qualcosa di simile ad un lusso all’essere improvvisamente una necessità irrinunciabile per chiunque.
Assicurarsi di poter accedere alla rete e rimanere connessi è diventato indispensabile per poter proseguire il proprio percorso di istruzione o di lavoro, ma sempre più spesso è la voglia di mantenersi informati sul mondo e in contatto con i propri cari a motivare il desiderio di avere accesso a internet.
L’esplosione dei social
Come è facile immaginare, le restrizioni imposte dalla pandemia hanno indotto larga parte degli italiani a passare una considerevole porzione della giornata connessi ai social, che sono diventati per molti un surrogato degli eventi sociali e un modo per far fronte all’impossibilità di incontrarsi di persona per scambiarsi idee, opinioni o semplicemente fare due chiacchiere.
Secondo i dati di un’indagine di Toluna, il 70% degli intervistati ha dichiarato di trascorrere più di due ore al giorno sui social. Particolarmente interessante è notare come la popolarità dei diversi social vari a seconda della fascia d’età: per gli adulti, Facebook rimane ancora il più popolare, mentre adolescenti e giovani sembrano prediligere Instagram e i giovanissimi preferiscono TikTok.
Aumenta il numero di dispositivi
L’indagine rivela anche come, nel corso della pandemia, sia aumentato vertiginosamente il numero di dispositivi posseduti da ciascuno di noi: fra i partecipanti al sondaggio, il 46% ha detto di possedere almeno tre dispositivi personali, ma almeno altri quattro in condivisione con il resto della famiglia o degli altri abitanti della casa.
Fra i dispositivi più utilizzati, trionfa prevedibilmente lo smartphone, seguito a stretto giro da computer portatili e PC, mentre tablet e e-readers risultano fra i meno popolari. Secondo un rapporto pubblicati dalla piattaforma WeAreSocial ormai il 97% degli italiani possiede uno smartphone e tre persone su quattro usano regolarmente un computer portatile o da scrivania.
App sempre più popolari
Uno degli effetti collaterali del lockdown è stato anche quello di far aumentare l’uso delle app per smartphone, che hanno sperimentato un aumento vertiginoso sia nel numero di utenti che nel tempo che questi passano davanti allo schermo. Una recente indagine ha rilevato che il tempo di utilizzo delle applicazioni per smartphone è aumentato del 30% in Italia nel solo periodo compreso fra aprile e giugno 2020.
Nello stesso lasso di tempo, il numero di nuovi download ha invece superato i 35 miliardi di applicazioni in tutto il mondo. Le app più scaricate sono state il social TikTok, che ha conosciuto uno straordinario successo nel corso dell’emergenza COVID-19, e Zoom, una delle più popolari applicazioni per videoconferenze. In crescita anche la spesa degli utenti in app e servizi connessi, che ha raggiunto i 27 miliardi di dollari nel secondo quarto del 2020.
Il successo dei servizi on demand
La riduzione delle possibilità di incontro e di eventi sociali ha naturalmente anche fatto aumentare la domanda di fonti di intrattenimento alternative. A conquistare gli italiani sono stati soprattutto i contenuti on demand: a partire dai popolari servizi di streaming per film e serie TV come Netflix e Amazon Prime, a quelli che propongono musica, come l’ormai diffusissimo Spotify.
Supportati dall’adozione sempre più massiccia delle smart tv, i servizi in streaming hanno tenuto gli italiani incollati allo schermo per quasi tre ore al giorno, almeno stando ai dati di Toluna: Prime Video è il preferito nel nostro paese, seguito da Netflix e Sky.
Più consapevoli del valore del silenzio
L’aumento della quantità di tempo che ciascuno di noi passa di fronte allo schermo di un dispositivo ha fatto aumentare tuttavia anche l’attenzione rispetto al modo in cui ci approcciamo alla tecnologia. Passare la giornata in videoconferenza dal proprio salotto può sembrare inizialmente un’idea allettante, ma ore di video call possono innescare la zoom fatigue, o affaticamento da videochiamata. Allo stesso modo, il desiderio di rimanere sempre connessi può condurci ad un uso compulsivo di computer e smartphone, un problema che interessa una percentuale sempre più alta di persone.
Forse per questo molti italiani scelgono di praticare giornate di ‘digital detox’, ossia da trascorrere lontani dallo schermo e dalla suoneria del telefono. L’obiettivo è quello di rendere più sano il proprio rapporto con la tecnologia, ma anche di imparare ad apprezzare maggiormente ciò che ci circonda.