Gli avvocati e le sfide del futuro

Gli avvocati e le sfide del futuro

  • Avvocati e Studi legali
  • Tecnologia e Produttività

La professione forense è destinata a subire una significativa trasformazione a causa della crescente complessità delle informazioni, che renderà indispensabile l’uso di strumenti tecnologici sempre più avanzati.

Sulle pagine di questo blog ci siamo già occupati di analizzare l’impatto delle nuove tecnologie sulla consulenza e l’assistenza legale, evidenziando come i progressi nel campo delle intelligenze artificiali comporteranno una riconfigurazione dell’intero settore. Adesso, un sondaggio condotto dalla società di consulenza Wolters Kluwer su 700 professionisti legali che operano negli Stati Uniti e in dieci diversi paesi dell’Unione Europea (compresa l’Italia) rivela come avvocati e studi legali si stanno preparando ad affrontare le sfide tecnologiche del futuro.

I diversi approcci all’uso degli strumenti informatici

Il sondaggio, intitolato 2019 Future Ready Lawyers Survey, si è concentrato su temi ritenuti dagli esperti di Wolters Kluwer di cruciale importanza nell’evoluzione della professione, primo fra tutti quello che riguarda le modalità e le tempistiche di adozione di nuove tecnologie da parte di avvocati e studi legali. Il tema è anche uno dei più sentiti dai professionisti che operano nel settore, la maggior parte di essi ha infatti dichiarato di ritenere indispensabile l’uso degli strumenti e delle tecnologie digitali per affrontare le richieste della professione legale in futuro.

Sebbene il 53% degli avvocati europei e statunitensi abbia manifestato l’intenzione di aumentare gli investimenti in nuove tecnologie, il sondaggio rivela l’esistenza di tre approcci molto diversi fra loro in merito all’adozione di nuovi strumenti digitali. Da una parte ci sono i cosiddetti technology leader, ossia coloro che fanno già ampiamente uso di sistemi hi-tech e che prevedono di aumentare ulteriormente gli investimenti in nuove tecnologie. Il secondo gruppo è quello dei professionisti definiti transitioning, ovvero in transizione, che pur non avendo ancora completato il processo di trasformazione digitale hanno comunque manifestato l’intenzione di dedicare maggiori risorse all’aggiornamento tecnologico. Infine, il sondaggio individua una terza categoria di professionisti detti trailing, ovvero coloro che sono rimasti indietro rispetto alle nuove tecnologie e che, oltre a non usare strumenti digitali, non hanno in programma di investire nel settore. Si tratta tuttavia di una fascia minoritaria, che rappresenta solo il 4% degli intervistati, mentre gli altri due gruppi costituiscono rispettivamente il 49% e il 47% del totale.

La tecnologia come fattore chiave per il successo

La capacità di restare al passo con i tempi e di sfruttare le innovazioni tecnologiche per migliorare l’efficienza e la produttività è una delle metriche più importanti per valutare il grado di preparazione dei professionisti ad affrontare i cambiamenti in corso. Purtroppo, solo il 34% degli avvocati ritiene di essere pronto ad affrontare il futuro dal punto di vista tecnologico, una percentuale che sale al 50% nella categoria dei leader ma che scende al solo 19% fra i consulenti e gli studi legali identificati come transitioning.

Fra le ragioni addotte dai professionisti ‘in transizione’ per spiegare la resistenza all’adozione di nuove tecnologie figurano al primo posto la scarsa conoscenza del funzionamento degli strumenti informatici (36%), seguita dagli ostacoli di tipo organizzativo come l’assenza di personale qualificato (34%) e dalle problematiche di tipo economico (30%) associate ai dubbi sul ritorno degli investimenti destinati al comparto tecnologico. In realtà, i dati del sondaggio mostrano chiaramente come la capacità di avvalersi degli strumenti legal tech e la volontà di investire in nuove tecnologie rappresenti un enorme vantaggio competitivo per i professionisti forensi. Un vantaggio che si manifesta prima di tutto in termini di profitti: il 68% dei leader ha mostrato un significativo aumento dei profitti fra il 2017 e il 2018, rispetto al solo 52% dei transitioning. Un maggior tasso di crescita quindi, ma anche maggiori profitti in assoluto: i technology leader hanno ottenuto tassi di crescita a doppia cifra molto più spesso di quanto non abbiano fatto i professionisti ancora in fase di transizione.

Quali strumenti per gli avvocati di domani? 

Il Future Ready Lawyer Survey si è anche occupato di esaminare le diverse tecnologie che gli avvocati utilizzano oggi e quelle che si prevede diventeranno indispensabili da qui a tre anni. Il rapporto identifica anzitutto gli strumenti considerati ‘fondamentali’ e già largamente utilizzati dalla maggior parte dei professionisti: portali dedicati ai clienti, strumenti per la protezione dei dati, sistemi di gestione dei documenti digitali e software dedicati alla gestione di fatture elettroniche e pagamenti online. Esistono poi gli strumenti definiti ‘coadiuvanti’ poiché capaci di aumentare significativamente l’efficienza e la produttività dei consulenti legali, fra cui i sistemi per la gestione di documenti e firme elettroniche, gli strumenti per l’analisi statistica, ma anche piattaforme di collaborazione e condivisione basate sulla cloud. Infine, il rapporto elenca le tecnologie che hanno il potenziale di trasformare in maniera più profonda la professione e che diventeranno sempre più importanti nel corso dei prossimi tre anni, come le intelligenze artificiali, gli strumenti per l’analisi predittiva e il blockchain.