Smart city italiane: fra tecnologia, benessere e sostenibilità

Smart city italiane: fra tecnologia, benessere e sostenibilità

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Entro il 2050 oltre due terzi della popolazione mondiale vivrà nei grandi centri cittadini: per superare la sfida della iper-urbanizzazione servono città più intelligenti, efficienti e sostenibili.

Un modello di comunità per il futuro

Una città intelligente è quella in cui la tecnologia e la pianificazione urbanistica vengono usate per ottimizzare la gestione delle risorse e assicurare il massimo benessere agli abitanti. Questo è l’obiettivo di chi propone il modello smart city come risposta alla minaccia della sovrappopolazione delle città e alla necessità di ridurre l’impatto umano sull’ambiente. Ma anche se il fulcro delle discussioni sul tema delle città intelligenti sono spesso gli strumenti digitali adottati dalle amministrazioni cittadine, la tecnologia da sola non basta a fare di una città una smart city. Il fine ultimo della città intelligente è infatti quello di migliorare la qualità della vita degli abitanti, dalla salute alla sicurezza, dall’ambiente alla partecipazione alla vita civile.

Stando a un recente rapporto del McKinsey Global Institute, grazie a strumenti avanzati come il rilevamento delle armi da fuoco, la sorveglianza intelligente e i sistemi di sicurezza preventiva sarà presto possibile accorciare i tempi di risposta delle forza dell’ordine, ridurre di oltre il 40% il numero di furti e di oltre il 10% quello degli omicidi. Nelle città che impiegano sistemi di analisi del traffico cittadino si assiste già a una significativa riduzione nel numero di incidenti stradali e si accorciano del 20% i tempi medi di percorrenza. Infine le smart city sono più sostenibili: in particolare investire in infrastrutture e soluzioni per la mobilità cittadina, che si tratti di car-sharing o di trasporto pubblico, consente di ottimizzare il consumo energetico e ridurre contemporaneamente le emissioni.

 

La classifica delle smart city italiane

In Italia Milano si è aggiudicata il primato smart city per il quinto anno consecutivo e si trova in cima alla classifica delle città intelligenti stilata da Forum PA nel rapporto annuale ICity Rate, che vede al secondo posto Firenze e al terzo Bologna. Roma si ferma solo al quindicesimo posto, mentre centri di medie dimensioni come Trento, Bergamo, Parma, Pisa e Reggio Emilia competono nella top ten delle smart city. I punteggi peggiori sono quelli delle città del Sud, che si trovano relegate alle ultime venti posizioni della classifica. Milano è la città più smart d’Italia anche secondo lo Smart City Index 2018 di EY, che però piazza al secondo posto Torino, seguita da Bologna al terzo posto e Roma al quarto.

A rendere Milano la prima delle smart city italiane sono soprattutto le infrastrutture di trasporto pubblico e le piattaforme digitali messe a disposizione dei cittadini da parte dell’amministrazione pubblica. A Bologna spetta invece il primato in termini di trasformazione digitale, che ha permesso alla città di piazzarsi al primo posto anche nel campo della ricerca e dell’innovazione, oltre che dell’inclusione sociale. A Torino è stata la capillare diffusione della banda larga fissa e mobile a permettere alla città di fornire servizi di e-government ai propri cittadini. E nonostante Roma rimanga penalizzata dal ritardo nell’adeguamento delle infrastrutture e delle reti di trasporto, la capitale si è dimostrata la città più all’avanguardia sul fronte della trasparenza amministrativa e della partecipazione civile.

 

Nuove opportunità di lavoro per nuove competenze

Il rapporto di EY prevede che l’evoluzione delle smart city genererà anche una forte spinta occupazionale: secondo le stime, sarà proprio nelle città che verranno creati il 40% dei due milioni e mezzo di nuovi posti di lavoro previsti per i prossimi cinque anni. Di questi, oltre 350.00 saranno direttamente legati alla gestione delle smart city. Cosa aspettarsi dalle città intelligenti di domani? Prima di tutto una massiccia ottimizzazione delle infrastrutture informatiche e delle reti a banda larga, seguita da una riconfigurazione del settore dei trasporti che incentivi all’utilizzo dei mezzi pubblici e dei veicoli condivisi per ridurre le emissioni e massimizzare la resa energetica.

Per quanto riguarda il settore dell’energia e dell’ambiente, massimizzare l’efficienza energetica e spostarsi verso fonti di energia alternative sono i due obiettivi principali, insieme a una più efficace raccolta differenziata e un miglior riciclo dei rifiuti. L’introduzione di sensori per il monitoraggio del traffico permetterà poi di rendere più sicure le strade e più fluida la circolazione del traffico, mentre l’adozione di piattaforme di sorveglianza intelligente promette di rendere più efficienti le attività delle forze dell’ordine e ridurre l’incidenza del crimine. Nell’ambito della partecipazione sociale e civile, le smart city italiane puntano a conquistare la fiducia dei cittadini tramite una sempre maggiore trasparenza dei bilanci, economici e ambientali, e delle procedure amministrative. Per incoraggiare il dialogo fra cittadini e amministrazioni, le smart city italiane si dichiarano pronte a investire massicciamente in interfacce digitali che consentano di accedere più facilmente agli strumenti di e-government, ma anche ai servizi scolastici, tributari e di sanità digitale.