Quanto vale il tuo tempo libero?
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Uno dei più comuni buoni propositi degli italiani per il nuovo anno è quello di ritagliarsi più tempo per se stessi: ma secondo la ricercatrice Ashley Whillans la soluzione alla nostra cronica mancanza di tempo è a portata di mano.
Poveri di tempo
Sei italiani su dieci lamentano di non avere abbastanza tempo libero e di essere talmente impegnati dalle questioni lavorative e familiari da non riuscire a prendersi del tempo per se stessi. Le cose non vanno poi così diversamente oltreoceano, dove l’80% degli americani intervistati da un sondaggio di Gallup ha dichiarato di non avere abbastanza tempo nella giornata per tutto ciò che dovrebbe o vorrebbe fare.
Secondo Ashley Whillans, docente presso la Harvard Business School, è l’intero mondo occidentale a trovarsi di fronte a una vera e propria epidemia di quella che lei chiama ‘povertà di tempo’, un fenomeno le cui conseguenze investono tanto i singoli individui che la società nel suo insieme. La povertà di tempo finisce infatti per influenzare negativamente ogni aspetto della vita quotidiana: sul piano psicologico chi si sente ‘povero’ di tempo è più propenso a soffrire di stress, ansia e depressione, e sperimenta un cronico abbassamento dei livelli di umore. Le persone che sentono di non avere abbastanza tempo libero tendono inoltre ad avere uno stile di vita poco salutare, caratterizzato da una scarsa quantità di sonno, da pasti irregolari e da un’insufficiente attività fisica, al punto che la ‘povertà di tempo’ è stata riconosciuta essere uno dei fattori che maggiormente contribuiscono allo sviluppo dell’obesità e del diabete. Chi soffre di cronica mancanza di tempo finisce chiaramente anche per rendere meno sul lavoro e si calcola che l’impatto economico della povertà di tempo ammonti ogni anno a miliardi di euro in produttività perduta.
Una soluzione al problema della mancanza di tempo
A dispetto della sensazione comune di non avere abbastanza tempo a disposizione, un recente studio ha mostrato come la quantità di tempo libero di cui le persone dispongono ogni giorno sia aumentata notevolmente nel corso degli ultimi cinquant’anni. Perché allora oggi ci sentiamo tutti così poveri di tempo? Secondo Whillans, autrice fra l’altro di una TEDTalk sul tema intitolata A simple strategy for happiness, la radice di questo apparente controsenso va ricercata nella nostra relazione con il tempo e con il denaro. Secondo Whillans, la maggior parte di noi decide di usare il proprio tempo per guadagnare denaro, nella convinzione che il denaro garantisca un maggiore benessere a lungo termine. In realtà, la ricerca ha più volte dimostrato che le persone più felici scelgono al contrario di usare il proprio denaro per avere più tempo.
Whillans spiega infatti che il miglior modo in cui possiamo spendere i nostri soldi è per ottenere in cambio più tempo per noi stessi, magari evitando di dover svolgere personalmente attività sgradevoli come fare le pulizie di casa, lavare i vestiti o preparare da mangiare. Allo stesso modo è preferibile investire in un appartamento più caro ma più vicino al lavoro, anziché sceglierne uno più economico che ci costringa però a usare il nostro tempo per gli spostamenti quotidiani da casa al lavoro. Gli studi condotti dal team di Whillan mostrano che chi investe il denaro in questo modo non solo è più felice ma sperimenta anche minori livelli di ansia e di stress.
Ripensare il valore del tempo e del denaro
Whillans sottolinea tuttavia che la maggior parte delle persone non è a suo agio con l’idea di spendere soldi per delegare ad altri lo svolgimento di parte dei propri doveri. Le sue ricerche mostrano, ad esempio, che le persone tendono a sentirsi più in colpa quando spendono i propri soldi in servizi al fine di avere più tempo libero, rispetto a quanto li usano per acquistare beni materiali. Pagare qualcuno perché ci consegni i pasti, si occupi delle telefonate o si prenda cura del giardino è inoltre percepito da molti come un’implicita ammissione di pigrizia e può far nascere il timore di essere visti dagli altri come incapaci di provvedere alle proprie necessità.
In realtà ritagliarsi del tempo libero fa parte di ciò che chiamiamo ‘prenderci cura di noi stessi’ e non rappresenta un’ammissione di pigrizia o di inadeguatezza. Per quanto riguarda il senso di colpa legato allo spendere denaro in servizi salva-tempo, secondo Whillans il modo migliore per superarlo è assicurarci di star facendo un buon investimento: prima di mettere mano al portafoglio chiediamoci se la spesa che stiamo per sostenere cambierà in meglio il modo in cui usiamo il nostro tempo. Se è così, anziché sui sensi di colpa concentriamoci sul valore aggiunto del tempo che ci siamo ‘comprati’ e sul modo in cui può aumentare la nostra felicità. La buona notizia? Gli studi indicano che il fatto stesso di aver sostenuto una spesa per disporre di un po’ di tempo libero ci spinge a impiegarlo nella maniera migliore.