Quali sono le ore della giornata in cui sei più produttivo?
- Gestione d'impresa
- Gestione del personale
- Gestione dell'ufficio
- Idee imprenditoriali
Il segreto della produttività non è lavorare a lungo ma lavorare bene, usando al meglio la propria concentrazione e imparando a identificare i momenti di peak Performance.
Il ritmo della produttività è circadiano
Negli esseri umani, e in molti esseri viventi, le funzioni fisiologiche dell’organismo seguono un ritmo circadiano (dal latino circa «intorno» e dies «giorno»), ovvero un andamento ciclico basato su un periodo di ventiquattro ore. Questa sorta di orologio interno regola i periodi di sonno e di veglia, ma anche l’attività cerebrale e la secrezione ormonale, che sono direttamente collegate alla nostra capacità di concentrazione e alla nostra produttività.
Ad esempio, secondo una crescente mole di studi scientifici, le prime ore del mattino, quando l’innalzamento dei livelli di cortisolo ci rende più vigili e attenti, sono le più indicate per i lavori intellettuali. Al contrario, le attività sportive sono più adatte al pomeriggio, quando la capacità polmonare e muscolare raggiungono il loro picco giornaliero. Tuttavia, nonostante il ritmo circadiano sia universale, ciascuno di noi è soggetto a variazioni personali dei cicli di sonno e veglia, così come dei picchi di produttività e concentrazione. Identificare i nostri momenti di massima performance è fondamentale per poterli sfruttare al meglio e per dedicare al lavoro più importante le ore della giornata in cui le nostre facoltà mentali sono al massimo.
Come capire quali sono le ore più produttive della giornata
Se vogliamo capire quali siano i nostri momenti più produttivi, dobbiamo osservare attentamente le nostre abitudini e scoprire quali sono i pattern che i nostri livelli di attenzione e di energie seguono durante la giornata.
Chris Bailey, autore di The Productivity Project, suggerisce di valutare e annotare a intervalli regolari (ad esempio, ogni ora) i nostri livelli di concentrazione, energia e motivazione per un periodo di almeno due settimane. Sebbene possa sembrare impegnativo, secondo Bailey l’investimento di tempo richiesto per tenere traccia del proprio stato mentale per quindici giorni è più che compensato dall’incremento di produttività che si sperimenta quando si segue il proprio orologio biologico.
Per raccogliere le nostre osservazioni possiamo servirci di carta e penna, di un semplice foglio excel o di app come myCircadianClock (per Android e iOS), che permettono anche di inserire dati relativi ai cibi o alle bevande assunti durante la giornata e creare un quadro più completo delle nostre abitudini.
Sfruttare al meglio i momenti più produttivi della giornata
Una volta scoperti i periodi della giornata in cui siamo più produttivi, è importante sincronizzarli con i compiti lavorativi più importanti e assicurarsi di poter lavorare indisturbati: solo perché ci troviamo in un momento particolarmente favorevole per la concentrazione, non significa che non possiamo essere distratti dalle richieste di un collega o dallo squillo del telefono.
Considerato che una sola interruzione può costarci fino a 25 minuti di lavoro e che i periodi di massima produttività sono un numero limitato nel corso della giornata, è fondamentale imparare a difendersi dal potenziale distruttivo delle interruzioni. Perciò, quando ci dedichiamo ai compiti più impegnativi nei momenti di peak performance, disattiviamo le notifiche del nostro smartphone e del programma di posta elettronica, evitiamo di rispondere al telefono e concentriamoci solo sul nostro lavoro.
Alternare attività diverse aiuta a lavorare meglio
Attenzione però, anche durante i momenti di massima concentrazione abbiamo comunque bisogno di pause regolari. Questo perché, secondo i più recenti studi, la nostra attenzione è soggetta anche alle oscillazioni di un secondo ritmo, chiamato ritmo ultradiano (ovvero che si ripete più volte all’interno di una singola giornata). Il ritmo ultradiano della nostra produttività ha un periodo di circa 90 minuti, il che significa che siamo capaci di lavorare con la massima concentrazione soltanto per un’ora e mezza circa, passata la quale la nostra produttività cala di nuovo.
Conoscere le delicate interazioni di questi due ritmi può aiutarci a pianificare al meglio la nostra giornata lavorativa: per sfruttare al massimo le nostre capacità è importante alternare blocchi da 90 minuti da dedicare ai compiti più complessi con periodi di uguale durata in cui svolgere compiti meno impegnativi e che richiedono minor attenzione.