L’imprenditoria femminile rivitalizza l’economia

L’imprenditoria femminile rivitalizza l’economia

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Nonostante i numerosi ostacoli nell’accesso a finanziamenti e servizi, le imprenditrici italiane rappresentano uno dei settori più promettenti per lo sviluppo economico del paese.

In Italia la partecipazione femminile è fra le più basse d’Europa

Secondo i dati del Global Gender Gap Report 2018, pubblicato dal World Economic Forum, l’Italia si trova al 118° posto della classifica mondiale per quanto riguarda la partecipazione femminile alla vita economica e produttiva, uno dei più bassi fra i paesi OCSE e nell’intera Eurozona . Il rapporto evidenzia una marcata carenza di strategie pensate per favorire l’accesso delle donne al mercato del lavoro: a ostacolare la partecipazione femminile all’economia del paese non è infatti la mancanza di formazione, ma piuttosto una diseguaglianza pervasiva che si manifesta sia sul piano fiscale che su quello dei servizi. Come sottolineato anche in un approfondimento a cura de “Il Sole 24 Ore”, nel modello italiano di welfare i servizi governativi di supporto alla famiglia e alla persona non dispongono di finanziamenti adeguati a soddisfare le richieste dei cittadini e nel nostro paese le mansioni relative alla cura della casa e dei figli ricadono ancora sproporzionatamente sulle spalle delle donne.

I dati del World Economic Forum dimostrano inoltre come esista una significativa discriminazione nei confronti della popolazione femminile per quanto riguarda l’accesso al credito, che si traduce in una scarsa fiducia da parte delle istituzioni finanziare nei confronti donne che vogliono fare impresa. La diseguaglianza nell’accesso al credito, o credit gap, è uno dei problemi cruciali dell’imprenditoria femminile italiana: secondo i dati della Banca Centrale Europea, infatti, le imprese guidate da donne si affacciano sul mercato con minori capitali iniziali e per tutto il ciclo di vita dell’azienda continuano ad aver accesso a prestiti di entità nettamente inferiore rispetto a quelli concessi agli imprenditori di sesso maschile.

 

L’imprenditoria femminile nel Mezzogiorno è una delle eccellenze italiane

A dispetto dei molti ostacoli che limitano le opportunità di accesso all’imprenditoria delle donne italiane rispetto alle loro concittadine europee, nel nostro paese il numero di imprenditrici è in costante aumento. Una recente indagine di Unioncamere ha rilevato come negli ultimi cinque anni le imprese guidate da donne siano aumentate di oltre diecimila unità l’anno e rappresentino ad oggi quasi il 22% del totale delle imprese italiane. Le nuove imprenditrici appartengono prevalentemente alla fascia di età under 35 e la crescita più consistente di questo tipo di imprenditoria si registra principalmente nelle regioni del Mezzogiorno come Lazio, Campania e Sicilia, dove un’impresa su quattro è guidata da una donna.

 

Le imprese femminili sembrano in grado di trainare la crescita economica proprio in quelle regioni che tradizionalmente vengono considerate terreno meno fertile per lo sviluppo e secondo gli economisti l’imprenditoria femminile potrebbero rappresentare la chiave della ripresa per l’intero paese. Una ricerca sul ruolo delle donne nell’economia italiana condotta dalla Banca d’Italia ha infatti sottolineato come il settore delle imprese femminili rappresenti un vero e proprio serbatoio di crescita aggiuntiva: stando a quanto si legge nel rapporto, se il tasso di partecipazione femminile nel nostro paese raggiungesse il 60% si assisterebbe quasi automaticamente a un aumento del PIL del 7%. L’eccellenza femminile nel campo dell’imprenditoria è attestata anche dai numerosi riconoscimenti conferiti a imprenditrici italiane, due delle quali sono state le vincitrici dell’edizione 2018 del premio Marisa Bellisario, nonché dagli investimenti dedicati da compagnie come Facebook a progetti pensati per incoraggiare la presenza femminile nell’ambito delle start-up e del lavoro autonomo.

 

Il Protocollo d’intesa per colmare il credit gap 

Per facilitare l’accesso delle donne italiane a finanziamenti per lo sviluppo imprenditoriale, nel tentativo di ridurre la diseguaglianza nelle opportunità di accesso al credito, il Dipartimento per le Pari opportunità e il Ministero dello Sviluppo Economico hanno promosso il Protocollo d’intesa per lo sviluppo e la crescita dell’imprenditorialità e dell’autoimpiego femminili, sottoscritto da ABI, Confindustria, Confapi, Rete Imprese Italia e dall’Alleanza delle cooperative italiane.

 

Ciascuno dei 36 istituti bancari che hanno aderito al protocollo ha messo a disposizione delle imprenditrici e delle lavoratrici autonome italiane tre diverse tipologie di finanziamento: Investiamo nelle donne, un’iniziativa che prevede la concessione di finanziamenti per aziende e attività professionali; Donne in start-up, una linea di credito per la costituzione di imprese a prevalente partecipazione femminile, e Donne in ripresa, una serie di finanziamenti pensati per sostenere la ripresa delle PMI e delle lavoratrici autonome.

 

Il progetto, avviato nel 2014, fornisce prestiti dedicati all’imprenditoria femminile a condizioni particolarmente vantaggiose, con uno speciale tasso di interesse che viene ulteriormente ridotto grazie al Fondo di garanzia per le PMI. La scadenza originaria del progetto, fissata alla fine del 2015, è stata recentemente prorogata fino al 31 dicembre 2019 a seguito della forte crescita nelle tipologie di finanziamento previste che è emersa dai dati raccolti periodicamente dal Ministero dello sviluppo economico. Per assistere le imprenditrici e le professionisti italiane nella richiesta di finanziamenti, il governo ha anche realizzato il portale Imprenditrici Oggi, che fornisce informazioni dettagliate e aggiornate sulle agevolazioni previste per l’imprenditoria femminile.