L’importanza del sonno: dormire poco azzera la produttività
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Secondo una ricerca condotta da RAND Europe, dormire meno di sei ore per notte può influire drasticamente sulla produttività. Che dormire poco sia deleterio per la salute è ormai cosa nota e le conseguenze negative della mancanza di un adeguato riposo sono state più volte sottolineate negli studi sulla relazione fra sonno e benessere. Tuttavia, nell’ambito della ricerca ci si occupa principalmente delle ripercussioni della mancanza di sonno sul benessere del singolo individuo e spesso si trascura di considerare la questione in termini di impatto economico e sulla produttività.
La mancanza di sonno influisce sul PIL
Lo studio redatto da RAND, intitolato “Perché il sonno conta: quantificare gli effetti economici della mancanza di sonno”, ha invece come obiettivo principale proprio la valutazione in termini economici della perdita di produttività legata a un riposo insufficiente. I risultati sono allarmanti: non solo dormire male influisce negativamente sul benessere dei lavoratori, ma si traduce in perdite sostanziali per l’intero sistema economico.
Secondo lo studio, a far le spese della cronica mancanza di sonno dei propri lavoratori sono soprattutto gli Stati Uniti, che perdono oltre 400 miliardi di dollari l’anno (pari al 2,28% del proprio PIL). Al secondo posto si trova il Giappone, che perde ogni anno oltre 130 miliardi (pari a quasi il 3% del proprio PIL) a causa delle mancate ore di sonno. Al terzo e quarto posto si trovano Germania e Regno Unito, con perdite quantificabili in circa 60 miliardi l’anno (pari al 1,56% del PIL tedesco e al 1,86% di quello inglese).
Perché si dorme poco?
Le cause della mancanza di sonno sono ancora poco comprese ma ci sono alcuni aspetti della vita lavorativa che influiscono sulla quantità di sonno: in primo luogo gli spostamenti da casa al lavoro, la cui lunghezza è correlata proporzionalmente alla quantità di sonno perso (16 minuti per ogni ora dedicata agli spostamenti), ma anche lo stress collegato al proprio lavoro e alle pressioni subite in ufficio hanno un impatto negativo sui minuti di riposo (oltre 10 minuti di sonno perduto al giorno).
Altri fattori di rischio accertati che portano a dormire meno del necessario riguardano le abitudini e le inclinazioni personali, come l’uso di dispositivi elettronici prima di andare a letto, il fumo di sigaretta e l’uso di alcolici.
Le conseguenze di un riposo inadeguato
Chi dorme sei ore per notte o meno è più propenso ad ammalarsi, come dimostra uno studio condotto dalla Carnegie Mellon University che evidenzia come il rischio di influenza sia tre volte più alto negli individui che dormono meno del necessario.
Ammalarsi frequentemente comporta un maggiore assenteismo dal lavoro: si calcola che nei soli Stati Uniti la mancanza di sonno faccia perdere ogni anno oltre 1,2 milioni di giorni lavorativi, mentre in Germania e nel Regno Unito dormire poco fa perdere oltre 200 mila giornate di lavoro all’anno.
Ma l’assenteismo non è l’unica causa delle perdite economiche associate a un riposo insufficiente: poiché la carenza di sonno influisce negativamente sulle capacità di concentrazione e di memoria, chi dorme poco è anche più incline a commettere errori e ad avere incidenti sul lavoro, dalle conseguenze anche molto gravi.
Verso un’economia del sonno
Per contrastare il problema, secondo i ricercatori, è necessario uno sforzo coordinato da parte sia dei lavoratori, che delle aziende e delle organizzazioni sanitarie dei paesi interessati.
I singoli individui possono contribuire a migliorare la qualità del proprio sonno adottando orari regolari, riducendo l’uso di apparecchi elettronici prima di dormire e facendo regolare esercizio fisico. Le aziende, d’altra parte, dovrebbero riconoscere l’importanza di un riposo adeguato e adoperarsi per intervenire sull’ambiente di lavoro: da un lato adoperandosi per ridurre lo stress e le pressioni subite dai lavoratori e dall’altro migliorando il design e il comfort degli spazi di lavoro e degli uffici.
Da parte delle organizzazioni sanitarie, invece, è necessario che arrivino messaggi chiari sull’importanza del sonno e che venga incoraggiata una corretta ‘igiene del sonno’, secondo le raccomandazioni e le linee guida diffuse dai centri di ricerca.