I videogiochi in ufficio rendono più produttivi?
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I risultati di un nuovo studio indicano che i videogiochi possono aumentare il rendimento sul posto di lavoro.
Giocare con i colleghi migliora la performance lavorativa
Uno studio pubblicato recentemente da un gruppo di ricercatori della Brigham Young University sostiene che giocare ai videogiochi con i propri colleghi migliora il rendimento: basterebbero appena 45 minuti trascorsi a giocare, per sperimentare un aumento della produttività di oltre il 20%. Nel corso dello studio, i ricercatori hanno reclutato 352 partecipanti e li hanno suddivisi in 80 squadre, assicurandosi che nessun individuo conoscesse gli altri membri del gruppo. Le squadre si sono sfidate in una competizione di geocaching basata su Findamine, una caccia al tesoro social che fornisce ai giocatori brevi indizi testuali per trovare specifiche posizioni geografiche. Per incentivare al massimo la competizione, gli autori dello studio hanno anche messo in palio premi in denaro per le squadre vincitrici.
Dopo la prima manche di Findamine, i gruppi sono stati assegnati a svolgere per 45 minuti una di tre possibili attività: giocare insieme a un videogioco (Rock Band o Halo), dedicarsi ai compiti o discutere della gara per migliorare i risultati nel geocaching. Al termine delle attività, le squadre si sono cimentate in una seconda gara di Findamine. Il risultato? Anche se le squadre che si sono dedicate alla discussione di gruppo hanno mostrato un maggiore livello di coesione, quelle dei videogiocatori hanno migliorato le proprie prestazioni rispetto alla partita precedente, innalzando la media dei punteggi da 435 a 520 punti. Secondo i ricercatori, questi risultati supportano l’ipotesi che i videogiochi cooperativi siano un’ottima attività di team building e uno strumento efficace per migliorare il rendimento sul lavoro.
I videogiochi allenano la mente a gestire situazioni complesse
Lo studio della Brigham Young University va ad aggiungersi a un crescente corpus di ricerche dedicate ad analizzare l’impatto dei videogiochi sulla performance lavorativa, sulla concentrazione e sulla capacità di gestire lo stress. Ad esempio, uno studio condotto dai ricercatori dell’università di Amburgo ha scoperto che chi gioca ai videogiochi sul lavoro mostra un maggiore potenziale di recupero, ovvero una maggiore capacità di recuperare le energie durante l’esecuzione di un’attività lavorativa. La capacità di recupero è strettamente collegata alla produttività a lungo termine e maggiori sono le capacità di recupero, più alto è il tasso di produttività dell’individuo. Oltre a permetterci di recuperare più velocemente le forze, i videogiochi sembrano anche in grado di migliorare le nostre capacità di problem-solving. Uno studio dell’università di Rochester ha scoperto che chi si dedica a videogiochi interattivi sperimenta un significativo miglioramento delle capacità decisionali e del pensiero strategico. Secondo i ricercatori questo è dovuto al continuo allenamento al quale è sottoposta la mente durante l’esperienza videoludica. La necessità di reagire tempestivamente a situazioni sempre diverse, fondamentale soprattutto nei videogiochi di genere action e negli sparatutto, accorcia i tempi di risposta agli stimoli situazionali e migliora la capacità di prendere decisioni sulla base del contesto presente e delle esperienze passate.
Dai videogiochi alla gamification della formazione
Proprio in considerazione del grande potenziale di coinvolgimento caratteristico dei videogiochi e delle possibilità di miglioramento delle capacità cognitive che offrono, sempre più aziende scelgono di usare i videogiochi come strumento educativo per la formazione dei dipendenti. Il fenomeno della gamification, ovvero l’utilizzo di elementi mutuati dai giochi e dalle tecniche di game design in contesti esterni ai giochi, è già molto diffuso nelle università, che utilizzano giochi educativi per integrare le attività di lezione, e nell’ambito del marketing, dove l’elemento ludico è usato per stimolare e consolidare i rapporti fra azienda e consumatori. Compagnie internazionali come Google, Microsoft e IBM utilizzano già da anni strategie ludiche per aumentare la soddisfazione tra i dipendenti e migliorare la produttività, ma adesso impiegano i principi della gamification anche per formare i propri lavoratori. Come sottolineato in una recente intervista dallo studioso Adam Penenberg, autore del libro Play at Work: «In Canon, gli addetti alle riparazioni si esercitano su una fotocopiatrice virtuale trascinando e rilasciando i componenti. Cisco ha adottato strategie di gioco per migliorare le riunioni tra il reparto vendite e i call-center, diminuendo i tempi delle telefonate del 15% e migliorando le vendite del 12%. IBM ha creato un gioco che prevede che i partecipanti gestiscano intere città, L’Oreal ne utilizza uno in fase di colloquio per valutare le competenze dei candidati e aiutarli a scoprire dove vorrebbero lavorare all’interno dell’azienda». Gartner, azienda leader nel settore della ricerca e della consulenza IT, prevede addirittura che entro i prossimi due anni la gamification assumerà un ruolo centrale, soprattutto nella gestione delle customer relations e della valutazione del rendimento dei dipendenti, e raccomanda alle aziende di orientare in questa direzione i propri investimenti.