Gestire i conflitti personali sul lavoro 

Gestire i conflitti personali sul lavoro 

  • Gestione del personale

In passato ci siamo occupati del tema dei conflitti sul lavoro dovuti a divergenze professionali, ma come affrontare quelli di natura personale?

Conflitti professionali e conflitti personali

Ci sono molti motivi che possono portare a momenti di tensione sul lavoro: differenze nell’approccio alla produttività, mancanza di chiarezza sulle responsabilità e gli obiettivi possono infatti creare difficoltà nella comunicazione che finiscono per sfociare in veri e propri scontri. Nella maggior parte dei casi questo tipo di tensione può essere superata adottando migliori strategie comunicative, ma ci sono casi in cui la natura del conflitto si rivela essere più personale che professionale. Un rapporto del 2008 di CPP Inc ha infatti identificato le divergenze personali come una delle principali cause di conflittualità sul posto di lavoro.

Si tratta di un’esperienza piuttosto comune: a chi non è capitato di avere a che fare con persone con le quali sembrava impossibile trovare un punto di incontro? A dispetto degli sforzi fatti da ambo le parti, ci sono infatti divergenze che sembrano destinate a rimanere irrisolte. Le conseguenze tuttavia finiscono per farsi sentire sia sul piano personale che su quello lavorativo: irritabilità, ansia e aumento dei livelli di stress finiscono per influire negativamente sul rendimento e sul clima di lavoro dell’intero ufficio.

Divergenze personali o divergenze di personalità?

I motivi che possono portare a contrasti personali possono apparire inizialmente molto diversi fra loro, ma sono generalmente riconducibili a una delle seguenti categorie.

In primo luogo ci sono le divergenze che nascono da differenze nel background culturale e sociale. Ad esempio, la provenienza da diverse aree geografiche, così come differenti orientamenti politici e religiosi possono creare facilmente situazioni di conflitto. Questo genere di contrasti ha origine per lo più dal modo in cui vediamo noi stessi e gli altri e si basa sulle nostre esperienze di vita e sulle nostre convinzioni.

Ci sono poi differenze di personalità e di atteggiamento nei confronti della vita che possono creare tensione anche in assenza di aperto conflitto. Un esempio è l’attrito che si crea fra persone che hanno approcci diversi alla vita. È capitato a tutti di osservare come la natura ottimista e aperta di un collega sia stata in grado di creare irritazione in un altro, che è solito avere un atteggiamento più pragmatico (se non apertamente negativo).

Una delle cause di divergenza più sottovalutate è poi l’approccio nei confronti del lavoro, in termini di importanza data all’aspetto collaborativo rispetto a quello competitivo. Ad esempio, ci sono persone che sono stimolate dal sentirsi in costante gara con i colleghi. Per queste persone è più facile pensare al lavoro come a una competizione nella quale cercare di primeggiare, anziché a un ambiente in cui aiutare e farsi aiutare dagli altri per raggiungere un obiettivo comune.

Tre consigli per superare le tensioni sul lavoro

I conflitti di personalità tendono a influire in modo meno visibile sullo svolgimento del lavoro, ma l’impatto che hanno sull’ambiente dell’ufficio è molto negativo. Nessuno riesce a dare il meglio di sé in un clima caratterizzato da tensioni fra colleghi. In questi casi è necessario intervenire al più presto per gestire la situazione: ma come?

Il primo passo dovrebbe essere sempre quello di scoprire la reale causa del conflitto. Per farlo è importante saper mettere da parte le proprie convinzioni personali e trovare il tempo per esplorare la prospettiva dell’altro. Anziché farci spaventare dalle differenze di background o di opinioni, ricordiamo a noi stessi che la diversità è un valore importante e può rappresentare un punto di forza, soprattutto sul posto di lavoro.

In certi casi può essere utile coinvolgere una terza persona come mediatore. L’ideale è scegliere qualcuno di cui le parti si fidano e chiedere a questa persona di ascoltare le ragioni di entrambi. Una prospettiva esterna può essere preziosa per trovare punti di incontro che sono invisibili a chi è coinvolto personalmente nel conflitto. Inoltre, un mediatore esterno può fare da traduttore fra posizioni ed esigenze diverse, facilitando la reciproca comprensione.

Infine, è bene tenere a mente che ci sono conflitti destinati a rimanere irrisolti. In questi casi è necessario imparare ad accettare e convivere con le divergenze di personalità e di opinione, impedendo loro di sfociare in scontri veri e propri. La raccomandazione più importante è quella di rimanere professionali, calmi ed educati anche quando le interazioni si fanno più tese.