Ferie d’agosto: un’abitudine tutta italiana?
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Agosto in Italia è sinonimo di ferie: mentre gli uffici e le strade si svuotano, le località di villeggiatura vengono prese d’assalto dagli oltre 24 milioni di italiani che aspettano il pieno dell’estate per godersi il riposo.
Uffici deserti e negozi chiusi
Agosto è il mese preferito dagli italiani per andare in vacanza. Secondo i più recenti dati Eurostat, gli italiani detengono infatti il record europeo per numero di giorni di ferie goduti durante l’estate e in particolare ad agosto: in estate si concentrano il 74% dei pernottamenti vacanzieri, con un picco del 32,7% nel solo mese di agosto. Così ogni anno, mentre i luoghi turistici e le zone costiere si riempiono di visitatori, le città italiane si trasformano in surreali deserti in cui si alternano negozi, ristoranti, edicole e studi professionali chiusi per ferie. Spesso si tratta di una scelta obbligata: il drastico calo di clienti che si verifica in questo periodo rende più conveniente chiudere, piuttosto che rimanere aperti per i pochi rimasti in città. Nel mese di agosto chiudono anche la maggior parte delle aziende e delle imprese, si riduce l’attività degli uffici pubblici, l’erogazione dei servizi sanitari e anche la politica si prende una lunga pausa fino a inizio settembre.
Secondo le stime dell’ex sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze Gianfranco Polillo, il rallentamento delle attività produttive che si osserva in agosto ci costerebbe un intero punto del PIL nazionale annuo, senza contare gli innumerevoli disagi che una chiusura di massa delle attività commerciali comporta per il pubblico. A questo proposito Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato a Viterbo, ritiene che l’abitudine di andare tutti in ferie nello stesso periodo andrebbe gradualmente abbandonata e sostituita con quella delle ferie ‘scaglionate’ nel corso dell’anno. In questo modo si potrebbe evitare l’interruzione della vita lavorativa che si verifica ad agosto e che secondo De Simone mina la produttività dell’intero paese.
Una tradizione che resiste nel tempo
La consuetudine delle ferie d’agosto risale ai tempi dell’antica Roma, quando l’imperatore Ottaviano Augusto stabilì che l’intero mese a lui intitolato fosse dedicato al riposo e alle festività dedicate al raccolto. Ferragosto deriva infatti proprio da feriae Augusti, il nome usato per indicare il periodo di festa in onore dell’imperatore. L’associazione fra il mese di agosto e il riposo dal lavoro si sarebbe poi mantenuta inalterata nei secoli perché legata al ritmo del lavoro nei campi, dove alla mietitura del grano a inizio estate fa seguito un periodo di riposo prima dell’inizio della semina in autunno.
Tuttavia, le cose non sono cambiate con l’arrivo dell’era industriale e anche negli anni del boom economico è stata consuetudine della maggior parte delle aziende italiane, compresa la FIAT, chiudere i battenti nel mese di agosto. La pratica è stata poi cementata nel tempo da fattori sia culturali che pragmatici: il picco di caldo estivo che si verifica in agosto in molte regioni rende quasi impossibile lavorare e la distribuzione delle vacanze scolastiche degli studenti italiani, a differenza di quanto accade all’estero, limita la scelta del periodo di ferie delle famiglie con bambini ai soli mesi di luglio e agosto.
La situazione all’estero
Anche se la tendenza a identificare l’estate come momento dedicato alle vacanze per eccellenza è diffusa anche in altri paesi europei, l’abitudine di concentrare la maggior parte delle ferie ad agosto è effettivamente un fenomeno decisamente poco comune fuori dall’Italia, come ha avuto occasione di sottolineare anche l’ex amministratore delegato della FIAT, Sergio Marchionne. Nel descrivere lo stupore provato quando si è insediato al comando dell’azienda in piena estate e si è trovato di fronte scrivanie vuote e uffici deserti, Marchionne echeggiava l’incredulità con cui spesso viene accolta all’estero la tendenza italiana a rimanere chiusi per ferie per l’intero mese di agosto. Negli Stati Uniti, dove le ferie durano mediamente una sola settimana l’anno, la rivista The Economist ha dedicato un intero editoriale alle vacanze scolastiche degli studenti italiani, ritenute ‘esagerate’ oltreoceano. Persino il premio Pulitzer George Will ha criticato l’abitudine di fare vacanze troppo lunghe, che a suo dire incoraggiano l’inattività e influiscono negativamente sulla produttività. Eppure, con 31 giorni di ferie retribuite all’anno, l’Italia si allinea ad altre nazioni europee come l’Irlanda, la Germania e l’Olanda che ne garantiscono 29, e si piazza dietro Norvegia, Islanda, Svezia e Austria che ne prevedono 38. Paesi come il Messico e la Cina sono invece decisamente meno generosi: i lavoratori messicani possono contare su soli 14 giorni all’anno fra ferie e feste nazionali, mentre quelli cinesi non arrivano a 17. Il primato negativo se lo assicurano tuttavia gli Stati Uniti, dove non esiste alcuna legge che obblighi le aziende a riconoscere ai propri dipendenti ferie retribuite: che le critiche dei giornalisti americani alle lunghe vacanze italiane siano solo una questione di invidia?