Ecco perché la musica aumenta la tua produttività

Ecco perché la musica aumenta la tua produttività

  • Tecnologia e Produttività

In un’epoca in cui la stragrande maggioranza della popolazione attiva lavora di fronte a un computer, ascoltare musica al lavoro è diventatato molto più accessibile di un tempo, anche grazie allo sviluppo di servizi musicali online gratuiti. Contrariamente a quanto possano pensare i datori di lavoro più conservatori, ascoltare musica al lavoro aumenta la produttività dei dipendenti. Vediamo in che modo.

Oltre a regalarci emozioni intense, la musica ha un impatto decisivo sulla capacità di concentrazione del cervello umano. Recenti studi hanno infatti dimostrato che la musica aumenta la produttività e influenza positivamente il clima lavorativo degli uffici. Gli studiosi del programma di terapia musicale dell’Università di Miami, intervistati dal New York Times, sostengono infatti che la musica aiuti il rilascio di dopamina nel cervello, ovvero il neurotrasmettitore della “ricompensa” e del piacere che è alla base di molte funzioni cognitive, e che svolge un ruolo importante nella cosiddetta “memoria di lavoro“.

Ascoltare musica avrebbe quindi per il cervello umano lo stesso effetto esercitato dal mangiare il nostro cibo preferito o dal percepire un profumo piacevole e inebriante. In modo particolare, secondo gli studi della Dottoressa Lesiuk dell’Università di Windsor in Canada, l’ascolto della musica sembrerebbe ampliare lo spettro di possibilità considerate dal lavoratore nello svolgimento dei propri compiti, permettendogli di raggiungere soluzioni di maggior successo. Questo perché la musica migliorerebbe lo stato d’animo del lavoratore, riducendo lo stress legato alle prestazioni lavorative.

Ascoltare musica in ufficio: alcune regole di sopravvivenza

Ascoltare musica in ufficio permette anche di non farsi disturbare da eventuali colleghi particolarmente “rumorosi” – dal classico vicino di scrivania che parla da solo, a quello che sembra prendere a martellate la tastiera ogni volta che scrive un’email – permettendoci di preservare le nostre “buone maniere”. Vi sono tuttavia delle piccole accortezze da rispettare per evitare di risultare scortesi nei confronti dei propri colleghi.

1) A ciascuno la propria musica!

Oggi non sono molte le aziende con una regolamentazione interna relativa all’ascolto della musica, anche se le ultime tendenze, soprattutto nelle giovani startup, vedono una significativa apertura in questo senso. Come in tutte le innovazioni, però, perché portino il successo sperato è necessario osservare alcune regole di base. In primo luogo, per far sí che la musica migliori le attitudini dei dipendenti è decisivo che ciascuno possa scegliere autonomamente la musica da ascoltare e che nessuno “imponga” le proprie scelte musicali agli altri. Radio e stereo andrebbero quindi evitati e preferiti all’ascolto in cuffia.

2) 15 minuti di musica al giorno per ritrovare la concentrazione

L’ascolto della musica in cuffia, tuttavia, potrebbe determinare l’immagine di un isolamento del dipendente, o dare agli altri l’impressione che il collega non voglia essere interrotto nemmeno per questioni importanti. Qualora si sia liberi di ascoltare musica in cuffia durante il lavoro, è quindi opportuno limitare l’ascolto ad alcune ore al giorno, per evitare di apparire troppo estraniati dal resto del team, o non disposti ad accogliere le richieste dei colleghi. Il Dottor Sood della Mayo Clinic (un’organizzazione non-profit di scienziati e ricercatori), sostiene che bastano 15 minuti di ascolto di musica al giorno per ritrovare la concentrazione. Volendo possiamo concederci la musica anche per un paio di ore al giorno con le dovute pause, l’importante è non esagerare.

3) Limitare l’ascolto della musica al lavoro ripetitivo

La musica può farci ritrovare la produttività quando siamo più inclini alla distrazione, soprattutto quando dobbiamo affrontare fasi di lavoro legate a compiti ripetitivi. Alcuni studi del’Università di Birmingham in Inghilterra hanno infatti dimostrato l’effetto positivo dell’ascoltare musica durante attività come controllare le email, compilare file di excel, formattare testi, ecc. Ma quando siamo chiamati a svolgere compiti che richiedono un maggiore sforzo mentale, trovare la playlist perfetta non è sempre facile e non tutti riescono effettivamente a concentrarsi con la musica in sottofondo. Se proprio non se ne vuole fare a meno, si consiglia di ascoltare musica senza il cantato, dal momento che le parole hanno una maggiore capacità di distrazione e ci inducono a spostare l’attenzione da quello che stiamo facendo a quello che la voce sta dicendo. A conferma di questo fatto, uno studio della Cambridge Sound Management del 2008 ha osservato come le voci costituiscano il 48% delle fonti di distrazione in un ufficio.

4) La musica giusta per il proprio ritmo di lavoro

Il ritmo della musica che si ascolta può avere effetti diversi sulle diverse prestazioni lavorative. Questo perché ci sono dei compiti che richiedono un ritmo più sostenuto e altri che invece vengono svolti in maniera migliore con ritmi più lenti. Uno studio condotto da ricercatori canadesi ha comunque dimostrato che i soggetti di un test per la valutazione del QI hanno raggiunto risultati migliori ascoltando musica dal ritmo veloce e sostenuto. È quindi bene non esagerare con la lentezza e preferire sempre delle musiche “vivaci”. Una scelta popolare tra chi deve portare a termine un lavoro in un lasso di tempo limitato è la musica barocca. Per chi voglia provare, ecco qui una playlist della durata di ben 2 ore e 19 minuti:

5) Moderare il volume!

Anche il volume conta, e non tutti i volumi incentivano la produttività. Secondo i ricercatori dell’Università dell’Illinois, ascoltare musica a livelli troppo alti, anche se apre la mente al ragionamento astratto, diminiuisce la capacità del nostro cervello di immagazzinare ed elaborare informazioni. Un volume di ascolto moderato, invece, è più adatto al pensiero creativo, mentre volumi più bassi si adattano di più al pensiero analitico. Un altro inconveniente dell’ascoltare musica a livelli troppo elevati è che molti tendono a seguire il ritmo con parti del corpo, come mani e piedi, finendo poi per fare rumore e disturbare gli altri. È quindi consigliabile mantenere l’orecchio “aperto” a percepire anche i suoi provenienti dall’esterno.

La musica ci rende più intelligenti

La musica può risvegliare nell’uomo i più svariati sentimenti e stati d’animo, e questo lo sapevamo già da tempo. Ciò che invece rappresenta una novità – e che possiamo citare nella lista dei vantaggi dell’ascoltare musica in ufficio – è il fatto che la musica riesca a modificare la struttura neuronale del cervello umano, influenzando positivamente le sue funzionalità.

Un gruppo di ricerca dell’Università di Helsinki ha recentemente dimostrato che l’ascolto della musica, in particolare di quella classica, rende addirittura più intelligenti e contribuisce allo sviluppo di determinati geni che favoriscono le capacità di apprendimento e la memoria. Non a caso in molti paesi del Nord Europa è sempre più diffuso ascoltare Mozart e altri autori classici in preparazione di esami, colloqui di lavoro, o sfide intellettuali importanti, ed è consuetudine, tra le mamme in dolce attesa, far ascoltare musica classica ai propri futuri bambini.

Musica che aumenta la produttività

La ricerca dei metodi per aumentare la produttività sul posto di lavoro assomiglia un po’ a quella del sacro Graal. Molti sviluppatori si sono concentrati su applicazioni e programmi capaci di fornire a ogni scrivania il sottofondo sonoro più adatto, tanto che oggi sono disponibili molte applicazioni che fanno del rapporto tra “musica e produttività” il loro tema principale.

Molti servizi musicali online come Spotify e Soundcloud mettono a disposizione delle playlist di ogni stile e gusto, appositamente studiate per favorire il lavoro produttivo. Oltre a scegliere la musica che ci accompagna nel tempo libero, non è difficile, con questi tool, trovare anche quella per lavorare in maniera produttiva. Basta inserire “focused work”, o “concentrazione” per ottenere delle playlist già pronte, come questa di Sound Cloud:

Alcune applicazioni sono state studiate per produrre delle playlist di brani create appositamente per l’utente. Quella più famosa è Focus@Will, che mette a disposizione brani musicali degli stili più disparati, determinati sulla base delle risposte date dall’utente al momento della registrazione. I pezzi prodotti da Focus@Will vengono selezionati in base a studi di neuropsicologi e, secondo gli sviluppatori, possono addirittura quadruplicare la capacità di concentrazione dell’utente.

Un’alternativa è costituita da Coffitivity, che rinuncia alla musica vera e propria per riproporre un sottofondo di rumori piacevoli che stimolino la creatività degli impiegati. Gratuita e disponibile per cellulare e desktop, Coffitivity può ad esempio ricreare una piacevole “atmosfera da bar” anche sul posto di lavoro. Secondo gli sviluppatori di Coffitivity, rompere il silenzio attraverso dei leggeri rumori di sottofondo, senza che questi ultimi distraggano troppo, aumenta la creatività e la concentrazione.

Lo stesso principio vale per il software Rainymood, che propone una gamma di suoni tutti naturali, dove pioggia e tuoni la fanno da protagonisti. A detta dei promotori, milioni di persone utilizzano Rainymood per dormire, studiare e rilassarsi.

Insomma, se non avete mai sperimentato l’utilizzo della musica al lavoro, provate con i nostri consigli. Di certo gli effetti sul benessere in ufficio non tarderanno a farsi sentire!