Come il telelavoro trasformerà il mercato immobiliare

Come il telelavoro trasformerà il mercato immobiliare

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La necessità di uno spazio da adibire a ufficio e il desiderio di allontanarsi dalla città portano sempre più smart worker a rivalutare i propri bisogni abitativi.

Una casa a misura di smart worker

Il telelavoro è un fenomeno in crescita in tutto il mondo e in particolar modo negli Stati Uniti, dove rappresenta una realtà ormai consolidata. Secondo un rapporto pubblicato dal Bureau of Labor Statistics, il 24% degli occupati statunitensi lavora da casa almeno una volta la settimana, una percentuale che sale al 42% fra i liberi professionisti e quanti possiedono un’istruzione superiore. La conseguenza è che sempre più home office si materializzano fra le mura domestiche e la riconfigurazione degli spazi di lavoro legata allo smart work finisce per investire, oltre agli uffici, anche le abitazioni. Secondo un’indagine della John Burns Real Estate Consulting su un campione di oltre 23.000 clienti, circa il 30% di quanti hanno acquistato un immobile l’anno scorso lavora da casa almeno un giorno a settimana, mentre il 13% si definisce un telelavoratore a tempo pieno.

Le esigenze di chi fa della propria casa anche il proprio luogo di lavoro sono chiaramente diverse da quelle dei pendolari che ogni giorno devono raggiungere l’ufficio: se da un lato gli smart worker privilegiano gli immobili dotati di spazi da adibire a home office, dall’altro hanno anche minori vincoli per quanto riguarda la posizione dell’immobile. Proprio per questo, secondo un editoriale del New York Times, il fenomeno del lavoro in remoto darà origine a una vera e propria rivoluzione del mercato immobiliare, che finirà per orientarsi verso offerte abitative in grado di coniugare spazi di lavoro e spazi dedicati alla vita personale.

Le nuove tendenze smart del mercato immobiliare

Uno spazio riservato. Per chi lavora da casa è importante riuscire a separare gli spazi dedicati al lavoro dal resto dell’abitazione, per ragioni sia di praticità che di produttività. Per questo motivo gli smart worker in cerca di casa tendono a prediligere appartamenti dotati di una o più stanze che possano essere facilmente convertite in home office, meglio ancora se posizionate in modo da assicurare tranquillità e silenzio durante gli orari d’ufficio. Per i liberi professionisti che scelgono di fare della casa la sede della propria attività, un fenomeno sempre più diffuso anche nel nostro paese, caratteristiche come la presenza di due ingressi indipendenti sono particolarmente apprezzate, perché consentono di mantenere un’immagine professionale anche a chi sceglie di ricevere i propri clienti a casa.

Meno stanze dedicate all’intrattenimento. Tradizionalmente, la disponibilità di spazi dedicati all’intrattenimento è uno dei criteri decisivi per chi cerca casa: che si tratti di un ampio salotto o di una spaziosa sala da pranzo, la maggioranza degli acquirenti cerca soluzioni abitative che offrano la possibilità di trascorrere confortevolmente il tempo in famiglia o con gli amici, magari davanti a un buon film. Tuttavia coloro che lavorano in remoto tendono a prediligere tipi di intrattenimento che li portino fuori dalle mura domestiche, specialmente se trascorrono gran parte della giornata a casa. In futuro si prevede perciò che salotti, media room e home theater verranno sostituiti da spazi ibridi e multiuso, normalmente dedicati alle attività domestiche ma in grado di ospitare anche l’occasionale ritrovo sociale.

La riscoperta delle periferie e delle aree suburbane. La posizione rispetto al centro cittadino o alle aree commerciali e la generale accessibilità della zona in cui si trova l’abitazione sono alcuni fra i criteri più importanti per i potenziali acquirenti immobiliari. Ma anche questo sembra destinato a cambiare con la rivoluzione dello smart work: non doversi scontrare ogni giorno con il traffico cittadino per gli spostamenti casa-lavoro rende infatti molto più facile per i telelavoratori scegliere di vivere in aree meno urbanizzate, se non addirittura in aperta campagna. Non soltanto le periferie e le aree extra-urbane offrono una maggiore tranquillità, ma spesso gli immobili situati in queste zone hanno costi decisamente inferiori rispetto alle abitazioni che si trovano in pieno centro e rappresentano perciò una scelta conveniente anche dal punto di vista economico.

Abitazioni condivise con spazi di lavoro comuni Una delle tendenze più interessanti per gli smart worker è quella del co-living, ovvero l’affitto di stanze o studi privati collocati all’interno di immobili in cui sono presenti spazi da condividere con gli altri coinquilini, sia per lavorare che per socializzare. Il co-living rappresenta in questo senso una naturale evoluzione del co-working, poiché offre uno spazio di socialità e condivisione nel quale vengono integrate tanto la vita lavorativa che quella privata. Anche se si tratta di un mercato ancora poco sfruttato in Italia, la domanda di abitazioni condivise è in forte crescita anche nel nostro paese, come testimoniato dal successo di Dovevivo, la prima start-up italiana interamente dedicata al co-living.