Coltivare l’intelligenza emotiva per superare la procrastinazione
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Se la causa della procrastinazione fosse l’incapacità di gestire le emozioni, invece che l’incapacità di gestire bene il tempo?
L’intelligenza emotiva e la regolazione delle emozioni
Con il termine intelligenza emotiva si indica la molteplicità di tratti personali e capacità individuali che riguardano la percezione, l’identificazione e la regolazione delle emozioni. In altre parole, l’intelligenza emotiva è ciò che ci permette di capire quali emozioni stiamo provando o stanno provando le persone che ci circondano, ma anche di decidere come comportarci e cosa pensare a partire da ciò che sappiamo dello stato d’animo nostro e altrui. Essere consapevoli delle proprie emozioni è estremamente importante per condurre una vita serena e appagante, perché ci insegna a familiarizzare con i moti interiori e a gestirli, anziché venirne dominati. Forse è per questo che negli studi clinici l’intelligenza emotiva mostra una forte correlazione con molti dei parametri chiave usati per misurare il benessere personale e la qualità della vita. Chi è più intelligente emotivamente mostra di avere una maggiore capacità di gestire le emozioni negative e generalmente gode di una migliore salute fisica e mentale.
Intelligenza emotiva e tendenza alla procrastinazione
L’altra forte correlazione osservata dagli psicologi nel corso di numerosi studi è quella che lega l’intelligenza emotiva alla procrastinazione. Gli individui che esibiscono una maggiore intelligenza emotiva sono infatti anche fra i meno inclini a rimandare all’infinito le attività considerate sgradevoli o noiose. Il motivo, secondo il professore di psicologia Timothy A. Pychyl, è che la procrastinazione è causata da un’inadeguata capacità di riconoscere e gestire le emozioni e gli stati d’animo negativi. Nel suo libro Solving the Procrastination Puzzle (Risolvere l’enigma della procrastinazione) Pychyl spiega che «la procrastinazione è la posticipazione volontaria di un’azione necessaria, nonostante la consapevolezza delle potenziali ripercussioni negative» e rappresenta pertanto un comportamento del tutto irrazionale. Cosa ci spinge a una scelta così controproducente per il nostro benessere? Per Pychyl è la paura di dover affrontare le emozioni negative: pensare di metterci a lavorare a qualcosa che prevediamo sarà noioso, sgradevole o faticoso, ci rimanda immediatamente allo stato d’animo negativo in cui ci troveremo durante il lavoro e poiché non sappiamo come affrontare le potenziali emozioni negative, inconsciamente decidiamo di evitarle del tutto rimandando il problema.
L’intelligenza emotiva si può allenare
Evitare ripetutamente un’attività che si deve o si desidera portare a termine perché si teme possa dare origine a stati d’animo negativi è una caratteristica comune delle persone che soffrono di disturbi dell’ansia. Chi è affetto da sindrome ansiosa fa di tutto per evitare le situazioni e le attività che causano preoccupazione o che possono scatenare sensazioni negative e finisce così per rinunciare a un numero sempre maggiore di esperienze perché frenato dalla paura. Questi comportamenti sono anche alla base di alcuni disturbi depressivi dai quali può essere complicato uscire: molteplici studi hanno infatti dimostrato l’esistenza di un forte legame fra depressione e tendenza alla procrastinazione.
Una maggiore intelligenza emotiva può dunque aiutare sia a ridurre l’ansia che la procrastinazione: ma è possibile coltivare la propria intelligenza emotiva? Secondo un gruppo di ricercatori belgi la risposta è sì: dopo sole quattro sessioni di training emotivo della durata di tre ore, i partecipanti allo studio pilota condotto dal team hanno aumentato significativamente alcune delle capacità più importanti che costituiscono l’intelligenza emotiva, come la consapevolezza di sè e l’empatia. Nonostante il campione ridotto, lo studio ha evidenziato come nell’arco di un solo mese i partecipanti siano diventati più bravi a identificare le emozioni e a gestirle, miglioramenti che sono rimasti osservabili anche a sei mesi di distanza dalla conclusione dello studio.
Esercizi quotidiani per sconfiggere la tendenza a rimandare
Per chi vuole coltivare la propria intelligenza emotiva e ridurre la procrastinazione, secondo le raccomandazioni del gruppo di ricerca diretto dallo stesso Pychyl, l’esercizio più efficace è la pratica della mindfulness meditation. Si tratta di un tipo di allenamento mentale che insegna a concentrarsi sul momento presente, focalizzandosi su sensazioni, emozioni e pensieri ma osservandoli con distacco e senza pregiudizi. Questo atteggiamento di partecipe distacco permette di prestare attenzione a ciò che si sta vivendo nel momento stesso in cui lo si vive, senza farsi distrarre dal flusso costante di pensieri che affolla la mente. Stando ai risultati di un recente studio, inoltre, fra chi medita regolarmente si registra una minore incidenza di procrastinazione.
Oltre a praticare la meditazione, il professor Pychyl consiglia anche di affidarsi a un piccolo trucco pratico: poiché non possiamo silenziare del tutto il flusso di pensieri, emozioni, paure e dubbi che si susseguono nel nostro cervello, la cosa migliore è dare alla mente qualcosa di cui occuparsi, per evitare che cominci a preoccuparsi. Il modo più facile per farlo è approcciare gli impegni della giornata come una sequenza di passaggi da affrontare uno alla volta, senza preoccuparsi di cosa verrà dopo. Questo permette di tenere a bada l’ansia e le sensazioni negative legate alle attività più sgradevoli e massimizza le nostre energie mentali rendendoci più produttivi.