Il lavoro? Una questione di soft skills

Il lavoro? Una questione di soft skills

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Flessibilità, motivazione, autonomia e capacità di lavorare in gruppo: le qualità più ricercate nell’odierno mercato del lavoro sono le competenze trasversali, che secondo un rapporto del World Economic Forum rappresentano il fattore umano più importante per la competitività delle aziende del futuro.

Nel mondo anglosassone il termine soft skills indica l’insieme delle capacità sociali, comunicative e personali di natura trasversale (ovvero legate alle caratteristiche attitudinali della persona) che si contrappongono alle hard skills, ovvero le conoscenze teoriche e le competenze di natura tecnica. Nell’ultimo decennio le soft skills hanno assunto un ruolo di primo piano nell’ambito della gestione aziendale, anche in conseguenza dei rapidi cambiamenti ai quali si è assistito nel mondo del lavoro: infatti, se il costante avvicendarsi di nuove tecnologie rende velocemente obsolete le conoscenze tecniche, la riconfigurazione dei modelli organizzativi aziendali richiede la capacità di adattarsi a nuove modalità di lavoro sempre meno strutturate e sempre più collaborative.

L’importanza delle soft skills nella selezione del personale

Uno degli ambiti in cui la crescente importanza data alle soft skills è più evidente è quello delle assunzioni. Se è vero che per essere considerati idonei durante un colloquio è necessario possedere un bagaglio di competenze tecniche e conoscenze teoriche adeguato, è altrettanto vero che nel processo di selezione del personale sempre più imprese privilegiano qualità come la motivazione, l’elasticità mentale, la resilienza, la proattività e la capacità di comunicare efficacemente.

Secondo i risultati di un’indagine intitolata Il Fattore Umano: competenze, soft skills e occupazione realizzata della Fondazione Emblema, le soft skills sono diventate il fattore più importante per le imprese italiane durante il processo di selezione dei talenti:  il 58% delle aziende ha dichiarato di dare maggior rilievo alle esperienze extra-lavorative e alle competenze trasversali piuttosto che alle capacità tecniche dei candidati, indipendentemente dal ruolo professionale.

Il motivo di questo apparente controsenso è facilmente intuibile: in un mondo in cui si lavora sempre più spesso in gruppo e in modalità smart, è più importante essere in grado di lavorare in autonomia e di comunicare costruttivamente con gli altri di quanto non lo sia possedere specifiche conoscenze tecniche. Allo stesso modo, attributi come la creatività, la motivazione e la resilienza sono indispensabili per trovare soluzioni innovative ai problemi sempre più complessi posti da un mercato globale in continuo mutamento e per permettere di affrontare costruttivamente eventuali errori o fallimenti. Infine, le continue trasformazioni in atto nel mondo del lavoro richiedono capacità di adattamento, flessibilità e grande versatilità.  In altre parole, se le competenze tecniche sono fondamentali per lavorare, le competenze trasversali sono fondamentali per lavorare bene.

Le soft skills più ricercate

Per le aziende italiane intervistate dalla Fondazione Emblema, le competenze trasversali più richieste sono la motivazione (93%), l’autonomia (71,3%) e la versatilità (69%): questo significa che le imprese sono in cerca di figure professionali dinamiche che siano in grado di svolgere gli incarichi loro assegnati senza il bisogno di una costante supervisione e che sappiano al tempo stesso adattarsi a rapidi mutamenti in termini sia di modalità di lavoro che di ruoli professionali.

In un’indagine realizzata da Unioncamere in collaborazione con il Sistema Informativo Excelsior, è stato chiesto a un campione di aziende italiane di indicare l’importanza data alle diverse soft skills nell’ambito del processi di selezione di diplomati e laureati che si affacciano per la prima volta sul mercato del lavoro. Secondo i dati raccolti, la qualità più importante per le imprese è la flessibilità, intesa come capacità di adattamento a contesti lavorativi mutevoli ma anche come apertura alle novità e all’innovazione. Al secondo posto si trovano la capacità di lavorare in gruppo, ovvero la disponibilità a collaborare con altri per raggiungere un obiettivo comune, e il problem solving, ossia la capacità di identificare soluzioni innovative a problematiche complesse.

Una delle soft skills più apprezzate è inoltre la capacità di lavorare in autonomia, ritenuta molto importante soprattutto nel settore informatico, in quello amministrativo e nella gestione del personale. Cresce anche il rilievo dato alle capacità di comunicazione: sempre più aziende acquisiscono consapevolezza della necessità di assumere personale in grado di trasmettere e condividere informazioni e idee in modo chiaro e sintetico, ma capace anche di ascoltare e sapersi confrontare in maniera costruttiva ed efficace con colleghi e superiori.