Freelance: l’evoluzione del mercato del lavoro?
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Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente soprattutto grazie alle nuove tecnologie di comunicazione, e la politica, per mantenere concrete le proprie stime sul mercato, deve seguirne da vicino l’evoluzione. È quanto ha affermato William Dudley, presidente della Federal Reserve di New York, nella sua recente conferenza dedicata all’andamento dell’economia: al centro del discorso del presidente, in particolare, il lavoro “freelance”, quella che sembra essere la trasformazione più evidente cui tende il mondo del lavoro contemporaneo.
Il lavoro freelance negli Stati Uniti
I lavoratori che scelgono di mettersi in proprio aumentano sempre di più. Secondo le stime presentate da Dudley, negli Stati Uniti 55 milioni di persone sono freelance: questo significa ben il 35% dei lavoratori totali. In particolare, un sondaggio condotto da Upwork Global Inc. e da Freelancers Union spiega che il 73% di questi si può permettere il cosiddetto “lavoro da casa” soprattutto grazie alle nuove tecnologie di comunicazione, che permettono di accedere ad ambienti di lavoro virtuali che facilitano il lavoro a distanza.
“Il tradizionale lavoro dalle nove alle cinque è sempre meno comune e ci si impiega oggi sempre più spesso in situazioni non tradizionali”, ha spiegato ancora Dudley, sottolineando a questo proposito la necessità di monitorare da vicino ogni minimo sviluppo. La situazione economica dei cittadini dipende dal tipo di lavoro svolto, così come l’approccio agli acquisti e agli investimenti. Oltre a portare guadagni in senso lato, il tipo di lavoro che si svolge determina infatti una situazione di sicurezza o meno nei confronti della realtà, cosa che influisce non poco sulle attitudini d’acquisto. In questo senso, se da un lato il lavoro “freelance” regala più flessibilità, d’altra parte aumenta anche la vulnerabilità economica e dei cittadini: le previsioni e le stime economiche su grande scala, per essere veritiere, devono tenere in considerazione questi fattori.
I freelance in Italia
E in Italia? Qual è la situazione dei lavoratori freelance nostrani? Da quanto leggiamo in un recente sondaggio pubblicato da TrueNumbers.it, in Italia gli autonomi costituiscono attualmente il 13,8% della forza lavoro totale. Con il termine “freelance”, in questo sondaggio, si intende un lavoratore autonomo senza dipendenti. Si tratta di una categoria molto varia, che va dai braccianti agricoli alla maggior parte degli artisti, fino ai consulenti aziendali e ai liberi professionisti come avvocati e commercialisti, purché senza dipendenti. Certo, le cifre sono di molto inferiori ai punti percentuali indicati dalla Fed di New York, ma la tendenza è comunque, anche nel Belpaese, in crescita.
L’idea di investire nelle proprie capacità comincia quindi ad allettare anche i lavoratori italiani. Lavorare in autonomia permette infatti di lavorare secondo le proprie necessità e seguendo i propri schemi di organizzazione. La gestione delle vacanze e del tempo rimane, obblighi familiari a parte, libera. Ci si sente più indipendenti, meno legati ai sistemi sociali ed economici. Non dimentichiamoci che, se le cose vanno particolarmente bene, i lavoratori freelance ottengono anche guadagni molto alti, più importanti rispetto a lavoratori dipendenti.
Nonostante le statistiche in crescita, resta ancora alto il numero di chi ha paura di mettersi in proprio e che mette la sicurezza al primo piano. A spaventare chi vuole partire con una propria attività da freelance nel nostro Paese, sono sicuramente i costi iniziali. Investire su sé stessi potrà essere anche una certezza da alcuni punti di vista, ma rimane pur sempre un rischio: e se le cose non vanno bene? E se domani gli incarichi diminuissero?
Tecnologia di comunicazione nel mercato del lavoro freelance
Ed è proprio in questo ambito che troviamo la differenza fondamentale fra oggi e ieri. Perché grazie alle nuove tecnologie di comunicazione è oggi possibile cominciare la propria attività da freelance anche con pochissime spese e risorse a disposizione. Tra le tecnologie di comunicazione che hanno determinato l’evoluzione e il diffondersi esponenziale del lavoro freelance c’è sicuramente l’enorme offerta di servizi in outsourcing pensati appositamente per chi, come i freelance, è più restio a fare finanziamenti a lungo termine e deve avvalersi di risorse più “agili”.
Si va dai software gestionali che permettono di organizzare archivi e contabilità, ai servizi che permettono di avere uffici virtuali e sede legali anche senza dover pagare un effettivo ufficio in affitto, agli spazi di coworking che permettono di utilizzare un ufficio attrezzato soltanto quando se ne ha bisogno, e persino alla possibilità di assumere un’assistente personale “a tempo”, in base alle necessità del momento. Per non parlare dei numerosi portali online per freelancers, che permettono, con una spesa minima, di pubblicare il proprio profilo professionale, ottenere recensioni, e farsi così assumere da datori di lavoro che si trovano dall’altra parte del mondo.
Anche i sempre più frequenti incentivi economici che arrivano dai Governi per sostenere le start-up più innovative sembrano andare in direzione di un sostegno al lavoro autonomo. È questa l’evoluzione di cui parlava anche Dudley nel proprio discorso alle Fed di New York. Che sia effettivamente questa l’evoluzione del mercato del lavoro?