Come aprire una partita iva: risparmiare sui costi
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Proseguiamo la nostra guida per aspiranti imprenditori e parliamo dei costi determinati dall’apertura della partita iva e delle possibilità di risparmio. Aprire una partita Iva di per sé non ha costi. Non esiste onere fiscale o tassa da pagare per aprirla. Tuttavia se ci si affida ad un professionista abilitato all’invio della modulistica necessaria, questi dovrà ricevere un compenso.
Perché conviene incaricare un intermediario finanziario all’apertura della partita Iva?
Solitamente ogni lavoratore autonomo decide di affidare l’apertura della partita Iva a un intermediario finanziario. Si tratta sicuramente di una scelta conveniente, dal momento che ci evita eventuali errori nella compilazione dei moduli e ci permette così ri risparmiare tempo e denaro.
Si devono considerare anche gli adempimenti successivi all’apertura della partita iva come le dichiarazioni annuali del reddito. Queste pratiche sono decisive, dal momento che da esse deriva la definizione delle tasse che pagheremo. Per questo conviene farle seguire da un intermediario fiscale, in modo da evitare spiacevoli errori. Inoltre, le normative fiscali sono quelle più soggette ai cambiamenti in seguito alle riforme e noi, dovendoci concentrare nel nostro business, rischieremmo di perdere di vista accorgimenti fiscali che potrebbero portarci un vantaggio economico.
Tenendo in conto questo, il nostro consiglio è quello di farsi fare diversi preventivi scritti da consulenti fiscali (normalmente sono forfait annuali per la gestione annuale della contabilità) e confrontarli alla luce del costo e dei servizi offerti.
Quale intermediario finanziario scegliere?
Se conoscete un commercialista preparato e che offre la propria assistenza a un prezzo competitivo ci si può affidare a lui. Recentemente in internet si trovano molti strumenti per la ricerca del commercialista online. Uno di questi è il motore di ricerca Commercialista.com, sul quale abbiamo scritto un post qualche tempo fa. Si tratta di un motore di ricerca molto ben fatto, che ti permette di filtrare la ricerca secondo criteri geografici per trovare il commercialista più vicino a te, e che ti mette a disposizione delle recensioni clienti utili a fare la scelta giusta.
Se invece volete risparmiare sui costi, potete cercare un centro di assistenza fiscale (CAF), che hanno dei tariffari in genere più contenuti rispetto ai commercialisti.
Quanto costa all’anno una partita iva?
Dato che aprire una partita iva costa poco o nulla, quello su cui ci dobbiamo concentrare sono i costi di mantenimento annuali che essa comporta. Se il volume d’affari è inferiore ad una certa soglia, rivalutata annualmente dal legislatore, il possessore di partita iva può scegliere se seguire un regime di contabilità semplificata o ordinaria. La contabilità semplificata costa di meno perché prevede meno registrazioni contabili e una liquidazione dell’iva trimestrale e non mensile.
Ecco un esempio dei costi che dovrai sostenere dall’apertura della partita iva:
- Costi per svolgere l’attività: affitto dei locali, retribuzione ai dipendenti, acquisto dei beni strumentali, canoni servizi telefonici e internet, costo energia elettrica ecc.
- Tributo annuo alla Camera di commercio: vale solo per la partita iva degli imprenditori iscritti in nel Registro delle Imprese e ammonta ad un centinaio di euro. Deve essere pagato alla Camera di Commercio a seguito della loro comunicazione contenente anche le modalità di pagamento.
- Contributi previdenziali: si tratta del pagamento dei contributi minimi obbligatori ed ammontano a circa 3300 € all’anno e sono suddivisi in 4 rate (16 maggio, 16 agosto, 16 novembre, 16 febbraio dell’anno successivo). Se si guadagna più di un certo reddito sarà necessario integrare questi contributi minimi con una ulteriore quota calcolata in percentuale sul reddito e dovranno essere versati entro i termini previsti per il pagamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (giugno e novembre).
- Iscrizione all’INAIL: necessaria solo in caso di attività di particolare natura o rischio. Occorre fare una comunicazione (telematica) all’Istituto degli infortuni sui lavoro contestualmente all’inizio dell’attività stessa e annualmente pagare il tributo (un centinaio di euro).
- Imposte e tasse: sono calcolate in percentuale sul reddito dichiarato. La principale è L’IRPEF, ovvero l’imposta sul reddito delle persone fisiche e si basa sul possesso di redditi che rientrano in una delle seguenti categorie: redditi fondiari (terreni e fabbricati), redditi di capitale (interessi attivi), redditi di lavoro autonomo, redditi di lavoro dipendente, redditi di impresa e redditi diversi (plusvalenze, attività non abituali, etc…). È un’imposta progressiva, in quanto colpisce il reddito con aliquote che dipendono dagli scaglioni di reddito. Ad esempio il primo scaglione che va da 0 a 15.000 e colpisce il reddito con una tassazione del 23%.
L’IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive a carico delle imprese, è anch’essa un’imposta proporzionale al fatturato. L’importo da versare si ottiene applicando alla base imponibile (reddito meno diverse deduzioni) un’aliquota del 3,90%.
È importante dedicare le fasi iniziali di apertura dell’attività ad un’accurata pianificazione del proprio business. È infatti in questa fase che si delinea una previsione dei costi correlati all’apertura e al mantenimento della partita iva. Avviare il proprio business con delle previsioni numeriche accurate aiuta a identificare il momento adatto per iniziare, e fornisce al consulente fiscale tutti gli elementi per consigliarci con precisione il regime più conveniente.
Nella prossima parte della nostra guida parleremo di low budget e nuovo regime dei minimi dal 2016…
Leggi la parte introduttiva della nostra guida “Come aprire la partita iva: tutto quello che devi sapere“.