Aziende virtuali: un nuovo modello imprenditoriale in espansione
- Imprese e Professionisti
- Startup
Le piccole e medie aziende tornano a crescere e a fatturare, anche grazie all’innovazione e a nuovi modelli imprenditoriali in espansione: è quanto si evince dal rapporto Cerved 2016 sulle piccole e medie imprese italiane (PMI), diffuso in questi giorni da Italia Oggi. Le cifre sono ancora inferiori rispetto ai livelli pre-crisi, spiegano le agenzie stampa, ma il trend acquisito rimane un segnale estremamente positivo: vediamo allora di capire meglio le ragioni di questo progresso.
Secondo Cerved, tra il 2008 e il 2014 il numero delle piccole e medie imprese italiane è diminuito da 150 a 136 mila (-9%), mentre nel 2015 è cresciuto di 500 unità (+0,4% sul 2014 ). Una timida ripresa di colore, che denota tuttavia un’importante inversione di rotta: in Italia si torna a crescere e l’economia ha abbandonato le cifre rosse. L’indice PMI, tra l’altro, è uno dei segnali più importanti dello stato di salute dell’economia italiana: secondo recenti studi, le piccole, medie e microimprese costituiscono il 99,9% delle aziende italiane. Ciò significa che quasi tutta la nostra economia è veicolata all’interno della rete di PMI.
I fattori della ripresa: una ritrovata fiducia nei confronti delle PMI
Per capire nel concreto l’inversione di tendenza dell’indice PMI dobbiamo innanzitutto tenere presente che le piccole e medie imprese si comportano in modo diverso da quelle di dimensioni maggiori: la limitata disponibilità di capitali ne rende diversa l’organizzazione interna, e presuppone differenti necessità politiche gestionali. Per individuare gli elementi che hanno sostenuto la ripresa delle PMI italiane dobbiamo partire dall’ambito economico: crediti, investimenti e risparmio sono le parole chiave.
E infatti, da quanto riporta La Stampa, i miglioramenti sono stati innanzitutto favoriti da una rinnovata fiducia: è tornato a crescere il credito fornito alle PMI dalle banche e dalle altre imprese. Cerved ha inoltre dedicato particolare attenzione a start-up e PMI innovative: nello specifico, negli ultimi anni sono state introdotte una serie di norme a favore di startup e PMI innovative, per le quali è stata anche creata una sezione speciale del Registro delle Imprese.
Citando la Stampa, le analisi hanno permesso di classificare le società innovative in otto cluster di innovazione, tra i quali i più importanti risultano quello del mobile e smartphone (2.800 startup e 1.200 PMI) e quello dell’ecosostenibilità (1.500 startup e 1.000 PMI).
Un nuovo modello imprenditoriale
Ritrovata fiducia dei creditori, quindi, e misure che favoriscano start-up e PMI innovative, ma non è tutto. Negli ultimi anni creare una nuova azienda è diventato più facile anche a livello di organizzazione interna: non è più necessario investire soldi nella realizzazione di un ufficio fisico, riducendo così i costi iniziali. Lo sviluppo della tecnologia di comunicazione permette infatti di essere reperibili senza avere una reale presenza fisica: uffici virtuali, servizi di segretariato a distanza, programmi gestionali e facilità di utilizzo degli stessi, così come altri modelli imprenditoriali di questo tipo, permettono di creare velocemente nuove società, limitandone notevolmente i rischi.
Innovazione, quindi, sembra essere la parola chiave alla base della ripresa delle piccole e medie imprese italiane, sia nell’ambito di azione che nella struttura interna.